Più che l’inizio della campagna elettorale sembra il principio di una resa dei conti interna, quella che sta spaccando il Movimento 5 stelle di Rimini, alle prese con la scelta dei candidati in vista delle prossime amministrative. L’ennesimo caso, nei 5 stelle, dopo quelli di Bologna e Ravenna, che ha al centro l’unico, al momento, aspirante primo cittadino, l’avvocato Davide Grassi. Iscritto al Movimento da alcuni mesi e votato dall’assemblea di attivisti, è stato presentato alla stampa come candidato sindaco, ma manca ancora il via libera ufficiale dallo staff di Milano. Per questo, a poche ore dall’incontro con i cronisti, la sua candidatura è stata contestata da Sonia Toni, attivista ed ex moglie di Beppe Grillo, che, senza usare mezzi termini, ha bollato la conferenza stampa come “farlocca”. Sullo sfondo, la possibilità di una seconda lista, pronta a contendersi il simbolo del Movimento 5 stelle con i sostenitori di Grassi, e un intervento di Grillo, che tramite un post scriptum sul blog ha avvertito gli aspiranti candidati di non usare il logo prima dell’arrivo della certificazione.
Insomma, una situazione parecchio confusa, fatta di tensioni, accuse e litigi interni, senza che ci sia ancora, con la campagna elettorale alle porte, un candidato certo. In mancanza di un accordo tra le diverse frange del Movimento locale, sarà probabilmente lo staff a decidere come muoversi, se passare dal voto della rete o dare il via libera definitivo a Grassi. Per il momento, la battaglia resta aperta. Da una parte c’è il meetup locale, che alcuni giorni fa ha annunciato di aver selezionato, attraverso il voto dell’assemblea, Davide Grassi come aspirante sindaco di Rimini. Con tanto di conferenza stampa, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, l’eurodeputato Marco Affronte, e la parlamentare Giulia Sarti, entrambi romagnoli. “La candidatura – si legge in un comunicato – che ha ottenuto largo consenso, è stata votata dagli attivisti e da tutti gli eletti a portavoce nelle istituzioni, espressioni tangibili del gruppo che da dieci anni si adopera per dare un’alternativa politica al territorio”.
Avvocato penalista di 40 anni, Grassi ha in curriculum un’esperienza come Garante dei diritti dei detenuti di Rimini, è referente per la rete di Sos Impresa contro il racket, e ha scritto, insieme a Davide Maria De Luca, il libro inchiesta sulla presenza della mafie in Riviera, San Marino Spa. È figlio di Ennio Grassi, ex assessore alla Cultura di Rimini ed ex deputato del Pds. “Ho sempre sostenuto i 5 stelle dall’esterno – spiega Grassi – e quando mi è stato chiesto di candidarmi ho accettato. C’è stata una votazione tra gli attivisti, che mi hanno selezionato tra 4 sfidanti. Tutto è stato fatto in maniera trasparente, senza preclusioni. Ora aspettiamo la certificazione dello staff”.
Ma a mettere i bastoni tra le ruote sono sia l’eletta in Comune Carla Franchini, che prende le distanze dalla candidatura di Grassi, sia Sonia Toni, che in passato non aveva escluso la possibilità di scendere in campo. “Il gruppo ‘proprietario’ del M5S di Rimini – fa sapere con una nota Toni – presenta ufficialmente il proprio candidato sindaco come M5S, fregandosene dell’assenza della certificazione che non li autorizzerebbe a farlo. Se volessero rispettare le regole dovrebbero presentare Davide Grassi senza usare il nome e il simbolo del M5S”. E poi continua: “Di solito, chi accetta una candidatura a sindaco si informa sulle regole che gestiscono il gruppo nel quale dovrà candidarsi, soprattutto – conclude – se questo gruppo politico risponde al nome di Movimento 5 Stelle, che non ha niente a che fare con le modalità di gestione dei soliti vecchi partiti che tutti conosciamo”. L’ex moglie di Grillo spiega anche che è in preparazione una seconda lista di candidati per il Movimento 5 stelle “che verrà presentata da qui a breve”. Ma non è chiaro se ci sarà anche lei, o se farà solo da promotrice esterna.
Intanto, sul blog di Beppe Grillo è comparso un post, che a molti è sembrato un avvertimento al gruppo sostenitore di Grassi: “Le liste per le comunali non ancora certificate non possono usare il simbolo del M5S e non possono presentarsi come tali, altrimenti saranno formalmente diffidate dal farlo”. A cui, il giorno successivo ha fatto seguito un altro monito via web: “Da oggi a tutela del Movimento 5 Stelle non verranno certificate liste con persone che hanno corso contro il Movimento 5 Stelle in precedenti elezioni per tutti i capoluoghi di regione e di provincia”. Pur senza riferimenti precisi, anche in questo caso c’è chi l’ha interpretato come uno stop a Grassi, visto che in passato si era parlato di una sua possibile candidatura nella lista di Ingroia. Alla fine, però, l’avvocato riminese aveva preferito rimanere fuori. Il diktat di Grillo allo stesso tempo rischia di tagliare fuori due candidati della lista di Bologna, guidata da Massimo Bugani e già certificata: Dario Pattacini e Antonio Landi. Entrambi in passato hanno partecipato a competizioni elettorali con altri partiti.