Media & Regime

Milano, Sala attacca il Fatto.it e cerca l’Anac. Ma non è accusato di reati, solo di mentire agli elettori

Nell’articolo de ilfattoquotidiano.it sgradito all'ad di Expo non lo si accusa mai di avere compiuto un’attività “delittuosa”, ma solo di avere dichiarato davanti a consiglieri comunali e giornalisti una cosa non vera

Giuseppe Sala attacca ilfattoquotidiano.it dopo un articolo in cui si è dato conto delle bugie raccontate dall’amministratore delegato di Expo. Bugie in cui Sala è cascato per di più in un luogo istituzionale, nel corso di un’audizione in comune a Milano in cui doveva presentare i conti dell’esposizione. Lo scorso 25 gennaio, alla domanda di un consigliere di opposizione sui lavori svolti nella sua villa al mare da Michele De Lucchi, architetto che ha lavorato anche per Expo, Sala ha risposto garantendo una cosa: “Non ci sono altri casi di aziende, persone e professionisti che hanno lavorato per Expo e per me”. Ma questa affermazione è falsa.

Come ha raccontato prima di tutti Altreconomia, il 23 dicembre 2015 l’amministratore delegato di Expo, nonché aspirante sindaco di Milano per il centrosinistra, ha utilizzato come notaio per costituire una nuova società di cui è azionista (Finalter spa) lo stesso notaio che ha svolto servizi per Expo per più di 120mila euro. Inoltre Sala, come candidato alle primarie, ha scelto di farsi seguire dalla Sec, l’agenzia di comunicazione che ha vinto diversi appalti di Expo, tra cui quelli per la gestione del media center e per le attività di media relations internazionali (questi due appalti vinti in associazione temporanea con altre imprese, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro).

Nell’articolo de ilfattoquotidiano.it, come si dice chiaramente fin dal titolo (Giuseppe Sala, nuova bugia. Aveva detto: “Nessun altro fornitore di Expo ha lavorato per me”. Ma non è vero), non si accusa mai Sala di avere compiuto un’attività “delittuosa”, ma solo di avere dichiarato davanti a consiglieri comunali e giornalisti una cosa non vera, una bugia. Non si capisce allora perché Sala abbia diramato una nota in cui accusa il Fatto di essere protagonista di “una campagna diffamatoria” nei suoi confronti e in cui, riferendosi anche a un articolo uscito sul Giornale, sostiene di essere “attaccato da una variegata compagine che unisce Berlusconi ai settori più retrivi della conservazione, del massimalismo e del giustizialismo”. E non si capisce poi perché Sala abbia deciso “d’accordo con il giudice Cantone, di inviare all’Anac gli incartamenti delle questioni sollevate in questi giorni”. L’Anac è un’autorità che si occupa di corruzione e i giudici di solito si occupano di reati. Non di bugie. Dire bugie non è un reato, ma è una cosa che un politico dovrebbe evitare di fare, soprattutto in virtù “dell’onestà e del lavoro chiaro e pulito svolto in tutta la sua vita” e dell’“abituale stile di trasparenza” che Sala si attribuisce.