Un meccanico dell’EgyptAir, il cui cugino si è unito all’Isis in Siria, è accusato di aver messo la bomba sul volo russo che si è schiantato lo scorso ottobre sul Sinai con 224 persone a bordo. A riferirlo in esclusiva è l’agenzia Reuters, citando fonti vicine alle indagini. Finora l’Egitto non aveva trovato prove di un piano terrorista per abbattere il volo MetroJet, distrutto mentre sorvolava la penisola del Sinai dopo essere decollato dall’aeroporto di Sharm el Sheikh.
Reuters ha parlato con fonti che chiedono di rimanere anonime per la delicatezza delle indagini. Queste assicurano che il meccanico della compagnia EgyptAir è già stato arrestato. La circostanza viene però negata da responsabili per la sicurezza egiziana, così come da un funzionario del ministero dell’Interno del Cairo. “Lo Stato islamico, venendo a conoscenza che un parente di uno dei loro affiliati lavorava all’aeroporto, ha dato a questa persona una bomba in una borsa”, spiegano le fonti, secondo cui il cugino del meccanico si è unito alle fila dell’Isis un anno e mezzo fa. “Gli è stato detto di non porre alcuna domanda e di portare la bomba sull’aereoplano”, hanno aggiunto.
Un’altra fonte contattata da Reuters spiega che “due poliziotti sono sospettati di aver giocato un ruolo nel chiudere un occhio durante le operazioni di sicurezza ai metaldetector, ma c’è la possibilità che abbiano semplicemente lavorato male, senza accorgersene”. Nessuno – né il meccanico, né suo cugino, né i due poliziotti – sono stati accusati in maniera formale. Un funzionario al ministero dell’Interno ha detto che “stiamo aspettando i risultati delle indagini”. Dopo l’attentato, lo Stato islamico, su una rivista online, aveva pubblicato una foto di una lattina di Schweppes, sostenendo che questa era stata usata come bomba artigianale.