Secondo il pm di Milano Letizia Mannella, ha favorito alcune aziende per dei lavori alla Regione Lombardia. Era già stato arrestato nel marzo 2014 nell'ambito dell'inchiesta sulla "cupola degli appalti" legata all'Esposizione universale
Favori a imprese in diversi appalti per lavori alla Regione Lombardia in cambio della ristrutturazione gratuita di casa e la consegna dell’arredamento per un valore totale di 150mila euro. Questa l’accusa fatta dal pm di Milano Letizia Mannella nei confronti Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde già arrestato nel 2014 per nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta cupola degli appalti Expo. Per questo il 28 gennaio la Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 150mila euro, cifra corrispondente al valore dei favori ricevuti.
Il decreto è stato firmato dal gip Manuela Cannavale nell’ambito dell’operazione “Dolce casa”, coordinata dal procuratore aggiunto Giulia Perotti. Gli appalti incriminati riguardano “interventi di personalizzazione della sede distaccata di Regione Lombardia” di via Taramelli. Secondo l’accusa le stesse aziende che hanno ottenuto le commesse hanno poi effettuato i lavori nella casa privata di Rognoni.
L’ex manager pubblico attualmente è ancora sotto processo in due procedimenti differenti. Nel primo deve rispondere delle accuse di associazione per delinquere, turbativa d’asta, truffa alla Regione e falso per un serie di presunti appalti per cui era stato arrestato nel marzo 2014. A maggio nello stesso anno, aveva ricevuta una nuova ordinanza di custodia cautelare per la presunta cupola degli appalti sui lavori di Expo.