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L’amore entro un recinto è celebrato nella giornata del Family Day. Puoi amare questo e non quell’altro. Pratica sesso con costui e non con costei. Inutile dire che tra i flagellatori delle anormalità ci sono quelli che trasgrediscono di nascosto. Mariti con l’amante, pluridivorziati, cripto omosessuali, quelli che vanno a prostitute, a volte trans e a volte con creature minorenni. Vivacemente sono pronti ad impedire ad altri di vivere in autodeterminati spazi di sincero amore e libera sessualità, escludendo il sesso comprato da minori che chi non vive una sessualità pedofila e repressa non ha bisogno di praticare. E pensate che poi, ‘sti bei pedofili, danno del “malato” a un gay. Bel paradosso, eh?

Il primo veto è per l’autogestione del corpo della donna. Il corpo è mio ma non lo gestisco io. Arrivano loro e trattano il mio utero come fosse una scena del crimine. Infilano le loro mani ovunque, metaforicamente parlando, e gustano il momento in cui recinti spessi possano impedirci una libera espressione sessuale. Vagine tappate e peni mortificati, perché la regola della sessualità non peccaminosa riguarda tutti. La donna deve sposarsi e fare figli entro una coppia etero. Perfino la procreazione medicalmente assistita con l’eterologa viene vista come adulterio.

Non posso fare sesso con un’altra donna, non posso amarla e unirmi a lei ufficialmente. Le coppie gay e lesbiche sono burocraticamente clandestine. Amori proibiti, fuori legge, combattendo l’intento violento e intollerante di chi molto volentieri ti richiuderebbe entro nuovi campi di concentramento per correggere la tua “perversione”. Oggi ce l’hanno anche con quelle che prestano l’utero per fare figli per altri e lì vediamo che gli omofobi incontrano il parere di alcune donne che si dicono femministe ma che per me non lo sono affatto. Se pensi che l’autodeterminazione delle donne finisca dove tu decidi di porre un limite significa che non sei affatto diversa dai maschilisti.

 

Il corpo della donna è limitato anche nella scelta di un aborto, perché puoi fare figli entro un contesto preciso e non in un altro ma se decidi di abortire, apriti cielo. L’inferno ti attende. In piazza odiano le femministe, perché non ci lasciamo dire da nessuno che se ci stuprano ce la siamo cercata e perché chiamiamo le cose per nome, anche quando qualcuno dice che le donne uccise dai mariti, in quelle famiglie così osannate da qualcuno, in fondo sarebbero state ammazzate perché hanno “sbagliato”. Non erano sufficientemente sottomesse e non accettavano di mostrare un sorriso da ebete a chi chiedeva una perfetta interpretazione della moglie felice.

Ci odiano perché non nascondiamo i lividi e le offese, perché nominiamo le ingiurie di razzisti che si interessano alla salvaguardia del nostro corpo solo quando a stuprarci è un immigrato. E se invece accusi un italiano allora sei una che ama farsela con i “negri” e che favorisce l’invasione europea da parte di quelli che giusto per la loro religione, cultura ed etnia, sono terroristi a prescindere. Punto e basta.

Ci chiamano “assassine” o malate, vittime solo quando piace a loro, per riaffermare una cultura patriarcale che ci vuole sotto il controllo e la protezione maschile. Puoi solo avere orgasmi limitati a posizioni già determinate. Oltre la missionaria il nulla. L’orgasmo più vivace e soprattutto autodeterminato è impedito. A scuola di sessualità rigidamente controllata, dovresti andare. E non dire che la libertà sessuale ormai è arrivata perché al “family day, si, dai, ancora, fammi male” sono rimasti ancorati ad un passo ipocrita che riteneva le donne di proprietà di qualcuno.

Orgasmi a comando. Finalizzati solo alla riproduzione. E marceranno quelle che con sorrisi smaglianti diranno che i figli di uno stupro non devono essere abortiti. Ci saranno quelli che ti chiameranno a partorire per la patria, salvo poi non dirti come fare, senza soldi, a crescerli, quei figli. Ci saranno quelli che ti chiamano tiranna perché vuoi la gestione del tuo corpo e praticando inversioni semantiche ti diranno che sei tu quella che censura e che li vuole fuori dalle discussioni politiche. Sei tu la fascista. Tu quella che va zittita perché il loro credo che limita diritti, e che pratica da sempre negoziati no-choice sul potere da esercitare sui nostri corpi, deve essere propagandato liberamente anche fosse a suon di offese e mistificazioni.

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L’amore con i recinti di dittatori che vogliono imporre la propria ideologia, tentando di fermare la storia, l’approvazione di diritti civili il cui riconoscimento è atteso da molto tempo. L’amore dettato da chi non lo pratica nei confronti del prossimo, del diverso, dello straniero, del gay, la lesbica, la trans. Il punto è che ne abbiamo abbastanza degli steccati, i vostri recinti, i muri che ergete e che noi con pazienza buttiamo sempre giù. Non c’è più spazio per l’intolleranza. Non c’è più spazio per chi boicotta progetti educativi sani, per chi censura libri per bambini, impedisce che si pratichi educazione al rispetto dei generi, non c’è spazio per chi usa l’arma del terrore per chiamare alle armi fanatici e integralisti di tutto il mondo. Il futuro e la diversità non ci spaventano. Quello che ci spaventa è l’odio, l’intolleranza, la presunzione e l’arroganza di una armata del “bene” che intende fermare il futuro e l’andamento delle nostre vite.

Abbiamo diritto alla vita, la nostra, prima che quella di chiunque altra. Abbiamo il diritto di parlare usando il linguaggio che vogliamo, riappropriandoci della nostra pelle per accarezzarla, lasciando che il nostro profumo torni a lasciar sentire la sua originale fragranza. Noi siamo la seduzione, l’amore, la libertà di scelta, la voglia di resistere, da partigiane, alle imposizioni di chi autoritariamente intende dettarci copioni ipocriti e prestabiliti con personaggi che neanche loro sono in grado di interpretare.

Insomma, dopo queste libere considerazioni di una scomunicata Eretica, vi auguro una buona marcia, con i vostri slogan che ci paragonano allo “sterco del diavolo”. Con simboli, parole, che ci fanno paura, perché rappresentano un regresso culturale. Alla vostra marcia potremmo rispondere con una giornata di libertà per chiunque. Che sia masturbazione o sesso in coppia, in tre, quattro, come vi pare, alle 15.00 in punto di sabato 30 gennaio urlate tutto il vostro piacere. A noi il piacere. A voi le espressioni contrite di dolore.

Ps: vedete la foto sotto? E’ stata scattata da Lindsay Foster e mostra un momento condiviso tra i due genitori, gay, e la donna che ha prestato l’utero per dare a loro un figlio. Tutto è stato consensuale. Lei è una amica della coppia di genitori e tutto si è svolto gratuitamente. Questa immagine, così bella, intima e preziosa, è stata rubata da persone di destra e usata per veicolare propaganda omofoba. Trasformare un momento pieno d’amore in un mezzo per trasmettere una ideologia omofoba che nega diritti è un’azione terribile. Vergogna!

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