Classe 1942, il chitarrista diede vita al gruppo, tra i più rappresentativi dello scenario psichedelico e della musica californiana, insieme a Marty Balin e Grace Slick nel 1965. Tra i capolavori album come "Surrealistic Pillow" del 1967 e canzoni come "Somebody To Love" e "White Rabbit"
In questo primo scorcio di 2016 che si è portato via diversi giganti della musica, se n’è andato anche Paul Kantner. Il co-fondatore dei Jefferson Airplane è morto all’età di 74 anni, stroncato da un attacco di cuore, secondo quanto ha riferito il suo portavoce al San Francisco Chronicle. Kantner fondò la band, tra le più rappresentative dello scenario psichedelico e della musica californiana degli anni ’70, insieme con Marty Balin e Grace Slick nel 1965, e ne divenne subito il leader.
“Il mondo della musica ha perso una vera icona“, ha dichiarato in una nota Neil Portnow, presidente della Recording Academy, la società che assegna i Grammy e che aveva annunciato alcuni giorni fa che avrebbe assegnato un Grammy alla carriera proprio ai Jefferson Airplane.
L’idea di dare vita al gruppo era partita dal cantante Marty Balin, che si incaricò di trovare dei compagni, e fra loro lo stesso Kantner, chitarrista. Della formazione iniziale facevano parte anche il chitarrista Jorma Kaukonen, la cantante Signe Toly, il bassista Bob Harvey e il batterista Jerry Peloquin. I Jefferson Airplane si distinsero all’interno del panorama musicale di San Francisco grazie a dischi come Surrealistic Pillow del 1967 e canzoni come Somebody To Love o White Rabbit. Il gruppo partecipò inoltre a festival memorabili dell’era hippie come Woodstock, Monterey e Altamont.
La band ha vissuto costanti cambiamenti nella sua composizione e nel 1974 Kantner ha riorganizzato i Jefferson Airplane insieme a Grace Slick con il nome Jefferson Starship. Prima Katner aveva inaugurato la sua carriera da solista con il disco Blows Against the Empire del 1970.