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Wind Jet, arrestato ex patron Catania Calcio Antonino Pulvirenti per bancarotta fraudolenta

Stessa misura anche per l'amministratore delegato Stefano Rantuccio. Nell'ambito dell'inchiesta Icaro sono indagate 14 persone. La compagnia low cost aveva sospeso i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando senza lavoro 500 dipendenti
Wind Jet, arrestato ex patron Catania Calcio Antonino Pulvirenti per bancarotta fraudolenta
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Antonino Pulvirenti, ex patron del Catania Calcio, è stato arrestato per bancarotta fraudolenta della compagnia aerea Wind Jet di cui era presidente. Eseguita la stessa misura, su richiesta del gip, anche per Stefano Rantuccio, amministratore delegato della società. I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa alle 10 col procuratore Michelangelo Patanè.

Nell’inchiesta Icaro delle Fiamme gialle di Catania, come già reso noto dalla Procura nel luglio del 2015, sono coinvolte 14 persone per bancarotta fraudolenta per il dissesto di Wind jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di sì dai creditori. 

Wind Jet, arrestato ex patron Catania Calcio Pulvirenti per bancarotta
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Secondo la Procura di Catania le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro “per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005”. Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. per 10 milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di società estere che avrebbero predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro.

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