Il quotidiano definisce l'ex Segretario di Stato "una delle aspiranti alla Casa Bianca più qualificate della storia moderna". Ma continua il testa a testa con Bernie Sanders. Nello schieramento opposto viene indicato il candidato sfavorito: "E' l'unica scelta plausibile"
A poche ore dall’inizio ufficiale delle primarie in Usa con il voto in Iowa, il New York Times rende pubblici i suoi endorsement per entrambi gli schieramenti: Hillary Clinton tra i democratici e John Kasich tra i repubblicani. Nel primo caso il quotidiano americano sceglie l’ex Segretario di Stato, protagonista di un testa a testa con lo sfidante Bernie Sanders. “E’ una delle aspiranti alla Casa Bianca più qualificate della storia moderna – scrive il giornale – sostiene misure efficaci per combattere la piaga delle armi. Una delle parti più attraenti della sua piattaforma economica è l’impegno ai diritti e al benessere degli americani che lavorano: è la scelta giusta per i democratici”.
Il programma del senatore del Vermont viene invece definito irrealistico anche se con delle idee condivisibili. “Sanders, si è dimostrato più formidabile di quanto molti potessero anticipare, inclusa Clinton. Ha portato le disuguaglianze dei redditi e il dolore della classe media al centro del dibattito e ha spinto Clinton un pò più a sinistra di quanto sarebbe andata sui temi economici. Sanders ha sollevato anche importanti temi di politica estera, inclusa una maggiore moderazione nell’uso della forza militare. Ma alla fine Sanders – conclude il New York Times – non ha l’esperienza e le idee politiche che Clinton offre”.
Nonostante l’ex first lady sia in vantaggio nei sondaggi l’esito del voto è molto incerto anche a causa dello scandalo emailgate: quando era a capo della diplomazia americana, durante il primo mandato di Obama, la Clinton aveva scelto di usare per le sue comunicazioni un indirizzo email che non apparteneva al governo ma era collegato a un server di famiglia, una violazione per la legge americana.
Fra i candidati repubblicani, il Nyt sceglie invece lo sfavorito, John Kasich, definito come “l’unica scelta plausibile”. Bocciati invece gli altri due candidati Ted Cruz e Donald Trump. Il primo “non ha l’esperienza né l’interesse a imparare”, mentre Cruz è in corsa solo per “ambizione” e “direbbe qualsiasi cosa per vincere”. Ma i candidati repubblicani devono tenere conto anche di Michael Bloomberg che entro marzo dovrà scegliere se candidarsi come indipendente. La sua discesa in campo è caldeggiata da Chuck Hagel, ex segretario alla Difesa americano perché definsice Cruz e Trump pericolosi per tutto il paese.