Secondo la prima ricostruzione la donna e la bambina stavano camminando sul marciapiede. L'automobilista, che poi è stato arrestato, ha rischiato il linciaggio. Aveva un tasso alcolico 4 volte superiore ai limiti di legge. Il padre della bimba si sente male sul luogo dell'incidente
Stavano camminando insieme, madre e figlia, 50 e 10 anni, sul marciapiede. Una minicar guidata da un automobilista ubriaco le ha travolte e uccise. E’ successo a Montione, una frazione di Arezzo. L’uomo ha poi rischiato di essere aggredito dai passanti che hanno assistito all’incidente. Secondo una prima ricostruzione della polizia municipale l’auto è sbandata, piombando addosso a madre e figlia. La bambina è stata assistita sul luogo dell’incidente vista la gravità delle sue condizioni: i sanitari hanno praticato lunghe manovre di rianimazione alla bambina ma non c’è stato niente da fare. La donna è stata trasportata in ospedale, dov’è arrivata in condizioni disperate: per lei era stato disposto il trasferimento con l’elicottero Pegaso a Firenze. Ma non ce l’ha fatta.
L’automobilista, un romeno, della minicar è stato estratto dall’abitacolo della minicar dai vigili del fuoco e trasportato in ospedale dove è stato piantonato dalla polizia municipale. L’uomo è stato poi arrestato per omicidio colposo aggravato dal fatto di essere stato alla guida ubriaco. Secondo quanto emerge dai primi rilievi degli agenti aveva un tasso alcolico di 4 volte superiore al limite consentito. Sul luogo dell’incidente sono stati soccorsi anche il padre della bimba e un’operatrice del 118 colpiti da malore.
L’episodio ha scosso la comunità locale, ma soprattutto rinnova il dibattito sul ritardo di una legge sul cosiddetto omicidio stradale: per vari motivi è ancora in Parlamento e manca l’approvazione finale.