Cultura

Ventotene, 80 milioni per recuperare il carcere degli antifascisti. Renzi: “Sarà luogo di formazione per l’elite dell’Ue”

L'Italia si prepara a celebrare i 60 anni della nascita della Comunità europea e parte dalla riqualificazione della prigione dell'isola di Santo Stefano. Dove furono rinchiusi alcuni padri del Risorgimento e, durante il Ventennio, Pertini e Terracini. Ma anche Spinelli, Rossi e Hirschmann che qui scrissero il loro manifesto, embrione dei trattati del 1957

di F. Q.

Oggi è un rudere sull’isolotto di Santo Stefano, a poche miglia di mare da Ventotene. In passato è stato un carcere borbonico, dove il regno rinchiuse padri del Risorgimento come Silvio Spaventa e Luigi Settembrini. Ma soprattutto la prigione dei più brillanti antifascisti, rinchiusi qui durante il Ventennio: tra gli altri Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, il futuro presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Fu lì che Spinelli e Rossi, insieme a Ursula Hischmann, scrissero il Manifesto di Ventotene, un documento che fu l’embrione dell’Europa. Ora il governo vuole recuperarlo e farlo diventare, dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi, un luogo simbolo per la formazione dei giovani d’Europa e del Mediterraneo, in collaborazione con le più grandi istituzioni universitarie europee. Un progetto con un portafogli da 80 milioni di euro per far nascere una “foresteria dove formare l’elite della classe dirigente che governerà l’Europa nei prossimi decenni”. Così l’esecutivo avvia il percorso delle celebrazioni, il prossimo anno, dell’anniversario della firma dei trattati istitutivi della Comunità europea del 1957.

Oggi in quel carcere c’è solo una targa a ricordare che fra quelle mura spoglie. “Un luogo simbolo, ridotto in condizioni indicibili, inaccettabili” ha detto Renzi che sabato ha visitato Ventotene insieme al ministro per la Cultura Dario Franceschini.

Oltre 200 celle disposte a ferro di cavallo intorno alla torre centrale, progettato sul modello del Panopticon del giurista Jeremy Bentham, che consentiva un controllo totale dei detenuti. La cella numero 36 (4,5 per 4,2 metri) ospitò Pertini. Dopo la fine del fascismo, il carcere è stato utilizzato per detenuti comuni. Dopo la chiusura, nel 1965, la struttura è stata abbandonata: le porte sventrate, le brandine arrugginite gettate sui pendii dell’isolotto. Una colonna è crollata mesi fa. Venerdì scorso sono iniziati i lavori di messa in sicurezza, poi partirà un bando europeo per il restauro.

Il 31 agosto 2017, centenario della nascita di Spinelli, Renzi tornerà a Ventotene per presentare il progetto di formazione e la parte che sarà completata dei lavori di restauro. “Bisogna evitare i crolli – ha affermato oggi il premier – in un luogo simbolo della forza delle idee contro repressione e odio. Ma poi occorre costruire il futuro, qui come in Unione Europea”. Un altro messaggio mandato verso la Bruxelles dei 28.

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