Il ventiseienne egiziano, direttore di un sito satirico con un 1,6 milioni di follower, è stato arrestato per aver dileggiato un parlamentare filogovernativo in un suo disegno. Il rilascio dopo poche ore. Il legale: "Ma il caso non è ancora chiuso"
Ventisei anni, un milione e mezzo di follower su Facebook, qualche vignetta poco rispettosa nei confronti del governo egiziano, e un arresto con l’accusa di aver diretto un sito web non autorizzato e di possedere software senza licenza. Il rilascio dopo poche ore. Il fumettista egiziano Islam Gawish è finito sotto la lente della censura del Paese per aver rappresentato, in una delle sue vignette più note, il parlamentare filogovernativo Mortada Mansour, noto per il suo linguaggio scurrile. Mansour, che è a capo della commissione parlamentare per i Diritti umani, è ritratto in piedi accanto a un torturatore, mentre lo consiglia di accanirsi contro la vittima “gentilmente”.
Il fermo del giovane vignettista, secondo il suo avvocato Mahmoud Othman, è stato ordinato perché “il regime è preoccupato per ogni lavoro creativo” e l’unica accusa nei confronti del giovane “la pubblicazione di vignette offensive per il regime”. Secondo l’avvocato, inoltre, “hanno chiuso circoli artistici e ora stanno arrestando gli innovatori. Lo Stato deve essere molto fragile se ha paura dei fumettisti”. Mohamed Elzyiat, un collega di Gawish, ha precisato che la polizia ha fatto irruzione nella sede del sito Egypt News Network (attivo dal 2011 ma stamane oscurato in Egitto) e ha confermato che gli agenti stavano “cercando Islam perché le sue vignette sono critiche nei confronti del regime”.
Poche ore dopo l’arresto un tribunale del Cairo ha ordinato il rilascio di Gawish, come ha annunciato all’agenzia di stampa Dpa uno degli avvocati del vignettista. Il caso comunque non è ancora del tutto chiarito. Gawish è stato arrestato ieri in un appartamento alla periferia del Cairo durante un blitz delle forze di sicurezza. Il ministero dell’Interno ha spiegato che l’operazione è scattata sulla base di informazioni secondo cui i locali venivano utilizzati da un sito di informazione non autorizzato. Mahmoud Osman, uno degli avvocati di Gawish, sostiene che il sito web abbia invece l’autorizzazioine delle autorità competenti sin dal febbraio di due anni fa.
“L’interrogatorio – ha detto l’avvocato – ha dimostrato che Gawish non è responsabile di uso improprio di mezzi di comunicazione. Tuttavia al momento non sappiamo con certezza se verrà scagionato da ogni accusa. Anche se il fatto che sia stato rilasciato, non rilasciato su cauzione, lascia pensare che il caso verrà chiuso”.
Gawish è il personaggio più noto finito in carcere dal 25 gennaio, quarto anniversario della rivoluzione che rovesciò l’ex rais Hosni Mubarak. Le celebrazioni sono state precedute dall’arresto di cinque persone ritenute vicine ai Fratelli Musulmani, accusate di gestire centinaia di pagine Facebook nelle quali si incoraggiava a protestare in occasione dell’anniversario. Di recente, inoltre, le autorità hanno chiuso uno spazio culturale nel centro del Cairo ed eseguito un blitz negli uffici di un editore.