Un inverno senza freddo, temperature simili a quelle da aprile, la scomparsa della pioggia, il Po e i grandi laghi a rischio siccità, l’agricoltura che comincia a giungere le mani guardando il cielo e i sindaci delle grandi città costretti a riprendere in considerazione misure anti-smog. Le giornate di bel tempo di questi giorni in tutta Italia possono avere, insomma, pesanti contropartite.
Zero termico fino ai 4mila metri
Partiamo dalle previsioni meteo. Secondo il Centro Epson Meteo le temperature registrate in questi giorni del cuore dell’inverno sono primaverili, sulla media di aprile, con una prolungata siccità e il dominio dell’alta pressione. Nei primi due giorni di febbraio, per esempio, lo zero termico supererà i 3500 metri in gran parte del territorio, finendo per toccare quote record intorno ai 4000 metri, in particolare al Nord Ovest e sulla Sardegna. A metà settimana – affermano dal centro meteorologico – il rapido passaggio della prima perturbazione di febbraio riporterà un po’ di piogge al Nord Est e al Centro Sud, con brevi nevicate sulle Alpi centro-orientali e lungo l’Appennino. Ma soprattutto favorirà un ridimensionamento delle temperature che, entro giovedì, torneranno temporaneamente più in linea con la norma.
Pioggia, a gennaio stessa pioggia di agosto
Dopo il mese dicembre con il 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media, a gennaio in Italia sono caduti praticamente gli stessi millimetri di pioggia di agosto con pesanti effetti per lo smog in città e una storica siccità nelle campagne emerge da un monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati Ucea fino ai primi 20 giorni di gennaio. La punta dell’iceberg di un inverno del tutto anomalo iniziato con il dicembre meno piovoso e più bollente da 215 anni è – sottolinea la Coldiretti – il caldo record dei giorni della merla che chiudono il mese di gennaio e secondo tradizione sono i più freddi dell’anno.
Roma e Milano, allarme smog
La conseguenza cittadina dello strano inverno di quest’anno resta lo smog. Roma ha fatto i conti con le misure imposte per la domenica ecologica. Da oggi a Milano scatteranno le misure anti-smog previste dal Protocollo della Città Metropolitana, in caso di superamento per dieci giorni consecutivi della soglia media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10. È inoltre prevista la diminuzione di 1 grado centigrado dei riscaldamenti e la riduzione di due ore della durata di accensione degli impianti.
Il Po è 4 metri “più basso” della media
Le preoccupazioni per gli effetti dell’inquinamento in città sulla salute si sommano a quelle per la siccità che sono evidenti dallo stato del più grande fiume italiano. Sul Po sembra essere in estate con livelli idrometrici che sono inferiori di circa 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 4 rispetto alla media. La situazione è grave anche nei laghi: il lago Maggiore è al 17% della sua capacità ed il lago di Como che è addirittura sceso al 12 % mentre quello di Garda al 33%. A preoccupare – precisa la Coldiretti – è la mancanza di neve sulle montagne che rappresenta una scorta importante per garantire gli afflussi idrici determinanti per i raccolti agricoli nei prossimi mesi.
Coldiretti: “Conto da oltre un miliardo”
Secondo la Coldiretti il conto sarà salato per il Made in Italy agroalimentare: oltre un miliardo di euro. Gli agricoltori italiani, sottolinea Coldiretti, temono che si ripeta in disastro del 2007 quando ad un inverno particolarmente asciutto ha fatto seguito un pesante crollo dei raccolti. Ad essere colpita è l’intera Penisola anche se la situazione più grave si registra dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto per il bacino idrico del fiume Po, dove si realizza il 35% della produzione agricola nazionale che è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua. Se gli ortaggi invernali sono già in sofferenza, a preoccupare tra l’altro sono le semine di mais e soia necessarie per l’alimentazione degli animali che producono latte per Grana e Parmigiano, ma anche la ripresa vegetativa delle piante da frutta che senza acqua rischiano di perdere i fiori e di non fare frutti. Per l’organizzazione dei coltivatori “dopo un dicembre che si è classificato come il meno piovoso da 215 anni con ben il 91% di precipitazioni in meno rispetto la media in un anno, il 2015, che è stato il più caldo di sempre con 1,42 gradi in più della media”.