Bentornati all’unica rubrica che ha gufato così tanto l’Inter da portarla all’implosione totale. Forse sarà ora di cominciare a gufare Renzi: “Durerà 30 anni”
Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che ha gufato così tanto l’Inter da portarla all’implosione totale. Forse sarà ora di cominciare a gufare Renzi: “Durerà 30 anni”. Altre considerazioni.
1. “Scanzi, dove hai visto il derby?”. In un pub di Milano. Me lo ha consigliato l’ottimo Michele Dalai, interista, dicendo che erano tutti milanisti. Mica tanto: ero l’unico lì dentro a non tifare per Severgnini. E’ stata dura. Ero con la mia compagna e il mio amico Nardella. Tutti, attorno a me, si dicevano sicuri della vittoria, amavano Mancini e credevano nel culto di Ljajic. Al primo gol ho reagito con aplomb antico, emulando le stalagmiti ilari. Sul rigore sbagliato dal simpatico Icardi mi sono alzato in piedi e ho cantato tutta Run Like Hell di fila. Nel frattempo, per ammazzare il tempo, la mia compagna picchiava Nardella. Sul 2-0 ho intonato il coro Bring The Boys Back Home. Sul 3-0 ho esultato così tanto che tutto il pub voleva uccidermi. E avrebbe fatto bene. Me la sono vista brutta, poi però ho dato la colpa a Nardella, inventando pure come Dario fosse un amico personale di Galliani. A quel punto, non senza soddisfazione palpabile, tutti hanno cominciato a picchiare Nardella. E’ stata una catarsi autentica, che ci ha reso tutti felici. La prossima volta vi invito.
2. “Scanzi, credi che adesso il rischio di scudetto all’Inter, questa Inter, una delle più squadre più brutte nella storia dell’uomo, sia scongiurato?”. Premesso che in questa domanda scorgo troppe virgole e subordinate: sì, credo di sì. Mai abbassare la guardia, però. Quindi, ogni mattina prima di colazione, ripetete sempre: “Inter scudetto sicuro, Mancini allenatore del secolo e Icardi Pallone d’Oro”.
3. Già, Mancini. Era andato in tivù a frignare contro Sarri per far esplodere l’ambiente napoletano e alla fine è stato lui a perdere la testa. Da quel giorno non ne ha indovinata più una, ha spaccato lo spogliatoio e l’infortunio a Culovic si è rivelato decisivo. Ha preso 6 gol in quattro giorni senza farne mezzo, ma la colpa era sempre degli arbitri. Ogni volta cambia formazione, togliendo dal sarcofago calciatori dimenticati (Santon) o mandando in panchina Icardi, ma è sempre colpa degli altri. Gli comprano tutti i giocatori che vuole (Eder), ma la squadra resta orripilante. Sarri in Inghilterra non avrebbe avuto futuro (dice lui), mentre chi insulta i tifosi (come lui) sarebbe senz’altro amato. Pure ieri se l’è presa con Zazzaroni, Damato, la Calcagno. E’ diventato una sorta di Mazzarri in cachemire, egualmente piangina ma meno preparato. E nel frattempo la sua Inter non ha uno straccio di gioco. Bravissimo.
4. Fateci caso: da quando i tifosi nerazzurri hanno cominciato a festeggiare con l’hashtag #epicbrozo, è saltato tutto. Secondo me #epicbrozo sta all’Inter come #staisereno a Letta.
5. Il Milan è cresciuto, ma i limiti restano. Sconfortante, a tal proposito, la costante inutilità livorosa di Balotelli. Superare la Roma sarebbe già un’impresa: terzo posto mai. Se non altro il Camerata Miha comincia a capirci qualcosa. E la vittoria di ieri resterà nel cuore dei tifosi. Purtroppo resterà anche l’esultanza oxfordiana di Salvini, ma nella vita non si può avere tutto. Come dimostra l’esistenza di Gasparri.
6. Napoli e Juve sono di un altro pianeta. Fondamentale, per Che Gue Sarri, aver ritrovato un Callejon deluxe. Insigne non è Maradona, ma è forte davvero. Anche la Juve dilaga, 12esima vittoria consecutiva (eguagliato Conte), Morata ritrovato (ma si era mai perso?) e Pogba sublime. Sarà un duello strepitoso, col Commodoro Marxista sfavorito ma non battuto. Daje.
7. Ero convinto che David Bowie fosse morto. Poi ieri ho guardato la Domenica Sportiva e ho scoperto che, dopo Ziggy Stardust e Duca Bianco, si è inventato un nuovo personaggio chiamato “Tramezzani”. Francamente preferivo gli alter-ego precedenti, comunque fa piacere.
8. Per settimane si è parlato di El Shaarawy come una sorta di appestato che il Milan doveva vendere a tutti i costi. Ho letto tutto con sgomento, avendolo sempre stimato. Poi il Faraone esordisce alla Roma e fa un gol lunare. E’ vero che il ragazzo è solito partire alla grande per poi evaporare, ma chi capisce le trame di Galliani è bravo. Good luck, Faraone.
9. Paulo Sousa è sotto esame dopo l’empio pareggio a Marassi, contro un Genoa che aveva già fermato il Napoli e sconfitto il Milan. Chi lo contesta ha ragione: la Fiorentina è abituata vincere scudetti a grappolo e un terzo posto è davvero vergognoso. Lapidatelo. Segnalo poi i 23 punti in 12 partite di Donadoni al Bologna. Fenomeno: lo adoro. E se vuol tornare al Milan, ce lo porto io. Di persona. Con l’auto blu di Nardella.
10. Mentre disquisiamo di fatti marginali, un uomo continua a insegnarci calcio e vita. Egli è Eziolino Capuano. Sabato ha sentenziato: “E’ un mondo dove tutti sono millantatori, dove tutti promettono il sole, la luna e Babagal”. Sia Lode a Eziolino. E che Babagal sia con voi.