Restano nel mirino delle vendite i titoli bancari, da Banco Popolare a Ubi, Bper, Montepaschi, Intesa e Unicredit. Secondo Standard & Poor's il piano dell’Italia per aiutare gli istituti a ridurre i crediti in sofferenza attraverso una garanzia pubblica a pagamento "non è all’altezza" per raggiungere l’obiettivo "almeno nel breve termine". Male anche le altre piazze europee dopo il nuovo calo del petrolio
Piazza Affari ha chiuso in profondo rosso anche la seduta di mercoledì: -2,85% dopo il tonfo del 3% registrato martedì. Il listino principale ha aggravato le perdite nel corso della giornata e durante la seduta ha toccato i minimi dal settembre 2013. A zavorrare il listino, come sta accadendo dall’inizio dell’anno, sono state ancora le banche. Il Banco Popolare, ha lasciato sul terreno il 10,02%, Ubi l’8,99%, Bper l’8,28%, Montepaschi a -6,67%, Intesa Sanpaolo il 5,25%, Unicredit il 5,93%. Ferrari ha tentato il rimbalzo dopo il tonfo seguito alla presentazione dei risultati 2015, ma nel pomeriggio ha perso terreno e alla fine ha ceduto un altro 0,15% mentre Fiat Chrysler è scivolata del 4,01%.
“Onestamente una dinamica del mercato come quella che ho visto nell’ultimo mese non la ricordo e onestamente non la capisco”, ha detto il numero uno di Mps Fabrizio Viola intervistato da Radio 24. “Di solito i mercati, anche i mercati più orso, diciamo così per usare una terminologia conosciuta dai più, hanno anche delle fasi di rimbalzo, di consolidamento. Questo è senza soluzione di continuità”. Non ha certo aiutato il comparto il fatto che martedì sera Standard &Poor’s abbia diffuso un report in base al quale il piano dell’Italia per aiutare le banche a ridurre i crediti in sofferenza attraverso una garanzia pubblica a pagamento “non è una toccasana”. “Crediamo che questa misura, sebbene positiva, difficilmente riesca a innescare da sola un significativo risanamento dei crediti in questione”, che ammontano a oltre 200 miliardi di euro, spiega il rapporto. Il meccanismo non è “all’altezza” per raggiungere l’obiettivo “almeno nel breve termine”, ha detto l’analista Mirko Sanna. S&P pertanto, così come Moody’s, non si aspetta “impatti immediati” sui rating del comparto bancario italiano, perché “non affronta direttamente la differenza tra i valori di mercato e dello stato patrimoniale delle sofferenze cartolarizzate, piuttosto costosa per le banche, e perché la garanzia del governo si applicherà soltanto alle tranche senior”.
Andrea Mignanelli, direttore generale di Cerved, ascoltato in commissione Finanze alla Camera ha detto che il volume di Non performing loans gestibili grazie al nuovo meccanismo di garanzia statale “potrebbe arrivare fino a 70 miliardi nel caso in cui l’ammontare della tranche senior (le obbligazioni privilegiate nell’incasso, ndr) fosse effettivamente pari al 50%”. Ma “il beneficio diminuirebbe velocemente al diminuire della tranche senior”.
Tutte negative anche le altre piazze europee, con Madrid a -2,51%, Francoforte a -1,53% e Londra a -1,43%. Il Vecchio Continente aveva aperto debole dopo il nuovo scivolone dei mercati asiatici, in ribasso dopo il drastico deprezzamento delle quotazioni del petrolio con il Brent tornato sotto i 30 dollari al barile. Hong Kong ha archiviato gli scambi in calo del 2,34%, Tokyo a -3,15%.