Il Consiglio comunale a maggioranza Pd ha deciso di non mettere il simbolo davanti al nuovo camposanto. Contestazioni bipartisan, da Forza Italia alla Lega Nord ad alcuni dem. Protesta del gruppo di estrema destra
Tre croci di legno appoggiate alla cancellata del cimitero per protestare contro la decisione del Comune di Casalecchio di Reno, che il 28 gennaio scorso ha votato “no” alla proposta di mettere il simbolo religioso all’ingresso del nuovo camposanto. È firmato da Forza Nuova il blitz notturno condotto in provincia di Bologna contro l’amministrazione a maggioranza Pd. Il sindaco dem Massimo Bosso nei giorni scorsi aveva difeso l’iniziativa dicendo di voler agire “secondo una linea di pensiero più legata alla laicità”.
Il provvedimento nelle ultime settimane ha sollevato più di una polemica in città, con l’opposizione che ha puntato il dito contro il partito di Matteo Renzi, colpevole – per il centrodestra – di “svendere le radici culturali italiane”, come accaduto durante la visita del presidente iraniano Hassan Rohani, quando le statue dei musei capitolini vennero coperte. “Fa rabbia e tristezza la decisione del sindaco”, ha detto Fabrizio Nofori, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, “da quando la croce è un’offesa per le altre religioni?”.
Dello stesso parere anche la Lega Nord, Forza Italia, e pure alcuni esponenti del Partito democratico. Tra loro Tommaso Petrella, consigliere comunale a Bologna, che ha chiesto ai colleghi di Casalecchio di rivedere la propria decisione: “Non si capisce il perché, visto che il simbolo della croce è un qualcosa di comune a tutti, in particolare agli italiani”. Tra i contrari alla scelta anche il nuovo arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, che, intervistato dal Resto del Carlino, ha definito il voto di Casalecchio “sbagliato e inopportuno”: “Lasciare la croce all’ingresso di un cimitero non ne limita l’accoglienza e non offende nessuno, ma richiama a quell’umanesimo che fa parte anche della cultura laica”.
Alle critiche, tuttavia, Bosso, primo cittadino del centro da 36mila abitanti alle porte di Bologna, ha replicato: “La decisione è stata un’espressione in piena libertà e autonomia del Consiglio comunale. Tutti i consiglieri hanno votato secondo coscienza e a prevalere è stata una linea di pensiero più legata alla laicità, che ritiene il Cimitero comunale un luogo pubblico, di tutti, a prescindere dalla confessione religiosa. Questa polemica mi sembra eccessiva”.