Francia: mille chilometri di strade al sole, pavimentate con pannelli solari
“Walking on sunshine” è una canzone di trent’anni fa, che adesso sarà realtà in Francia. Anzi, per i cugini d’oltralpe sarà “Driving on sunshine”.
Il governo francese ha appena approvato un progetto di pavimentazione di mille chilometri di strada con pannelli fotovoltaici entro i prossimi cinque anni. Se avrà successo, il progetto darà energia a cinque milioni di famiglie – l’otto per cento della popolazione nazionale.
L’idea è semplice: le strade in media sono occupate dalle automobili e dai camion solo per il 10% del tempo. Perché non trovare un modo intelligente per usare queste enormi colate di bitume come generatori di energia per il rimanente 90% del tempo?
I pannelli devono solo essere piazzati sopra l’asfalto, senza il bisogno di smantellare niente. Il loro spessore è solo di sette millimetri. Ciascun Wattway panel, di venti metri quadrati di superficie in condizioni ottimali, può dare energia ad una singola casa. Non male no?
E come per tutte le cose, niente nasce a caso. Dietro a Wattway ci sono cinque anni di programmazione e di ricerca con una collaborazione fra la Colas, l’Istituto Nazionale per l’Energia Solare di Francia (detto Ines) e l’Agenzia Francese dell’Ambiente e dell’Energia.
Ma chi sta dietro a questa Colas? Colas sta per Cold Asphalt, ditta fondata nel 1929. La loro attività si è focalizzata per quasi novant’anni sull’uso di bitume, asfalti per strade, materiale isolante per i tetti. Hanno spesso lavorato con le ferrovie e le autostrade di Francia e circuiti di Formula Uno. E poi… poi hanno deciso di innovare e si sono inventati Wattway, diventando i pionieri mondiali di questi pannelli. I tempi cambiano, le esigenze cambiano, e sono sicura che l’investimento in Wattway sarà per loro redditizio anche da un punto di vista di business.
Non è la prima volta che tutto questo accade: già in Olanda, a Krommenie hanno piste ciclabili sulle quali sono installati pannelli solari, e imitazioni sono in corso in tutto il mondo. Anzi, si pensa che queste strade al sole – che siano bici, che siano per automobili – saranno installati in modo sempre più capillare nelle “smart cities” del futuro, visto il continuo crollo dei costi del solare, e vista la loro utilità.
Intanto in Germania apre la prima autostrada delle biciclette, anche qui un progetto di mille chilometri di piste ciclabili senza interruzione, con corsia di sorpasso e su un vecchio tracciato di ferrovia nella Ruhr tedesca. Si calcola che una volta a regime, questa bici-strada porterà all’eliminazione di circa 50.000 viaggi di automobili l’anno, collegando Duisburg, Bochum e Hamm e quattro università.
Tutti questi esempi mostrano che non siamo condannati a fare buchi e a spremere monnezza dal sottosuolo. Che l’uomo è più intelligente. Che il futuro sono sole e vento, creatività e coraggio. Le trivelle sono vecchie, sono il passato. L’ha capito pure una ditta di bitume. Gli unici ancora fossilizzati a un tempo che non tornera più sono Federica Guidi, Matteo Renzi e i loro petrol-amici. A quando una strada al sole anche in Italia?
Qui le immagini dei pannelli solari di Wattway e delle strade al sole.