Matteo Armellini morì quattro anni fa mentre montava il palco della Pausini. Su Change.org la petizione per fermare la prescrizione dei reati già giudicati in primo grado
Il 5 marzo saranno passati già quattro anni dalla morte di mio figlio Matteo. È morto sul lavoro, Matteo. Stava montando un palco, quello per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria. E da ormai quattro anni lotto per mio figlio.
Mi è stato proposto un accordo per i danni subiti e ho rifiutato: perché per me la giustizia non è un assegno da 350mila euro sventolato – letteralmente – in faccia dall’avvocato di uno degli imputati in aula. Per me, Giustizia è individuare le responsabilità e i responsabili di quanto successo.
A quattro anni dalla morte di Matteo, gli imputati del processo sono sette e il procedimento per la morte di mio figlio è a rischio prescrizione. Il giudice incaricato prenderà servizio a Palmi dal prossimo giugno, e quindi toccherà ad altri gestire l’istruttoria fino alla fine. Questo vuol dire che, molto probabilmente, una volta insediato il nuovo giudice, tutti i testimoni che hanno già deposto dovranno tornare in aula per ripetere quanto in precedenza messo agli atti.
Ci sono grosse possibilità che giustizia per Matteo non venga mai fatta e che la prescrizione calerà un velo di indifferenza sulla vita stroncata di mio figlio.
Quante vittime deve ancora mietere la prescrizione in Italia?
Questa non è la risposta che mi aspetto dalla giustizia. Ecco perché mi rivolgo al ministro Orlando con la petizione change.org/bastaprescrizione
La mia è una triste storia come quella di tante altre mamme e papà, nella storia disgraziata di Matteo confluiscono una miriade di problemi, improvvisazioni, mancato rispetto delle norme di sicurezza. Proprio per questo avevo già lanciato un’altra petizione raccogliendo 133mila firme per quei lavoratori senza diritti, quelli dello Spettacolo. Di risposte non ne sono mai arrivate. Le istituzioni tacciono, ma la petizione è ancora attiva qui: change.org/matteo.
Per me l’unica ragione rimasta è fare in modo che la morte di Matteo possa avere un senso, sia da stimolo per migliorare le cose. Faccio quest’appello affinché siano messi all’ordine del giorno i disegni di legge che prevedono la sospensione della prescrizione a seguito di una sentenza di condanna di primo grado.
Lo so che Matteo non tornerà in vita. E forse, purtroppo, non verrà mai neanche individuato un colpevole. Ma per me l’unica ragione rimasta per andare avanti è fare in modo che la sua morte abbia avuto un senso. Un senso di giustizia, per tutti.
Voglio almeno questa magra consolazione. Basta con l’impunità. Basta con la prescrizione.
Paola Armellini