“Io pago quasi 250 euro per un appartamento di 49 metri quadrati, le sembra poco? E poi non ho deciso io l’affitto ma il Comune di Roma”. Così Massimo ‘inquilino’ in uno degli immobili del Comune di una casa in via del Colosseo difende gli affittuari delle case comunali finiti nell’occhio del ciclone per il caso affittopoli. Fanno discutere i canoni irrisori pagati per appartamenti in pieno centro storico, 3 euro al mese, sette o dieci nel quartiere Borgo Pio vicino a piazza San Pietro o nella bella via dell’antiquariato, via dei Coronari, dietro piazza Navona. Il caso è stato sollevato dal commissario Paolo Tronca, secondo il quale tutto ciò avrebbe provocato un buco nelle casse capitoline di almeno 100 milioni di euro. “Non fate di tutta un’erba un fascio, io non sono un amico degli amici, sono una persona comune che negli anni ’80 ha vissuto per strada e poi ha occupato una casa” spiega ancora Massimo. Si infuria con i cronisti un pensionato residente al civico 66 di via del Colosseo. “Mi disturbate anche a mezzanotte, non ne posso più, io pago 150 euro al mese, ho una pensione di 500 euro, questa sono case per i poveri, lo Stato deve garantirle, fate un censimento e scovate i ricchi se ci sono, questi appartamenti fanno gola a molti, a sti infami e papponi”. Tra gli appartamenti finiti nella lista nera della Capitale ci sono molte case e palazzi fatiscenti dove vivono persone anziane, ma anche ristoranti, centri Yoga, residenze lussuose con un canone super agevolato da 7 euro al mese e locali adibiti a negozi: “Non vi dico quanto pago – grida il gestore di un’attività gastronomica -, sono affari miei” di Irene Buscemi e Mauro Episcopo
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