L’ultimo incontro è stato lunedì. Il secondo, su un totale di tre fissati fino a ora per discutere del futuro di una delle più grandi aree dismesse di Milano. Il prossimo sarà il 17 febbraio, ma già adesso è emerso il nome della Compagnia delle Opere. Nella prima occasione, sabato 30 gennaio, l’architetto di Cassa depositi e prestiti Anselmo Comito aveva parlato di una fondazione che la sua società avrebbe gradito come ospite dell’ex caserma di viale Suzzani a Milano, centomila metri quadrati che valgono un affare immobiliare da decine di milioni di euro, e lunedì ha specificato con i consiglieri di zona. Nel consiglio d’amministrazione siede Giuseppe Sala, l’ex amministratore delegato di Expo e candidato alle primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco di Milano. Lo stesso Sala che nel primo confronto pubblico con gli altri candidati è stato protagonista di una discussa apertura a Comunione e liberazione.

“E’ una grande area che Comune e Cdp si apprestano a passare almeno in parte alla Fondazione Piazza dei Mestieri – racconta Luca Perego, capogruppo leghista in Consiglio di zona 9 – ma è importante che ci sia trasparenza: pensiamo sia giusto che le varie realtà, anche milanesi, si possano confrontare attraverso un bando pubblico senza forme di pressione”. La fretta con cui si è mosso il Comune e Cdp dopo mesi di silenzio ha sorpreso molti consiglieri, tra cui il capogruppo Pd di zona Stefano Indovino. E non solo: “Ci vuole un adeguato lavoro sul territorio per condividere il progetto affinché non sia un bilancio partecipativo bis, ma un ascolto vero delle istanze dei cittadini – insiste Andrea Pellegrini – la Lega è a favore della valorizzazione, ma evitiamo di farne uno strumento della campagna elettorale”.

Agli incontri hanno partecipato anche il presidente di Zona 9 Beatrice Uguccioni, Pd, e l’architetto Franco Zinna per il Comune di Milano, che ci ha tenuto a precisare di “non essere un politico”, quindi la richiesta della società a partecipazione pubblica è più che un input a Palazzo Marino. E Cdp, nel cui consiglio di amministrazione siede il candidato alle primarie del Pd Giuseppe Sala, ha motivi per chiedere una cortesia al sindaco Giuliano Pisapia: l’anno scorso è intervenuta rilevando la caserma dismessa dopo che il Ministero delle Difesa si era impegnato a cederla al Comune a patto che venisse presentato un piano per usarla. La spa l’ha rilevata e ha promesso a Palazzo Marino cinquantamila metri quadrati. Però settemila dovrebbero andare alla fondazione gestita dalla Compagnia delle Opere, anche se in via ‘temporanea’: “La proposta è stata spiegata così – sintetizza Pellegrini – visto che per avere un progetto per una destinazione definitiva ci vorranno almeno dieci anni, intanto riutilizziamo gli spazi, però nella scelta del partner bisogna seguire un’altra strada”.

La potente organizzazione cattolica avrebbe così, grazie alla Cdp dove siede quello che da tutti è indicato come prossimo sindaco di Milano, un piede dentro uno dei più grossi affari immobiliari milanesi. Sono infatti le caserme dismesse dell’Esercito, insieme agli scali ferroviari, le grandi aree dove si concentrerà lo sviluppo urbanistico della città metropolitana. Un milione e ottocentomila metri quadrati tra cui i centomila della Mameli che sono in una delle zone meglio infrastrutturate di Milano: la nuovissima metropolitana “lilla” garantisce i collegamenti con il centro e San Siro, vicino ci sono sia il quartiere universitario Bicocca che il centro dedicato al Cinema dell’ex Manifattura Tabacchi. Inoltre essendo circondata da un grosso muro in cemento, e per buona parte da edifici appena costruiti ma ancora disabitati, si presta alla cantierizzazione. Potrebbe essere proprio una delle grandi questioni da affrontare per il sindaco Sala, sempre che vinca le elezioni.

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