Nuovo, provocatorio video delle Pussy Riot, nel quale il complesso punk femminile dice di prendersela con l’apparato “repressivo” russo. Vestite nell’uniforme blu degli addetti alla giustizia, Nadezhda Tolonnikova e compagne a ritmo di rap fingono di frustare, incaprettare, di praticare il waterboarding e altre torture su prigionieri incappucciati o con il cappio al collo, in buie prigioni, poi si godono un ricco pasto in un salone. Intitolato “Chaika”, il brano, cantato in russo, sarebbe ispirato – secondo quanto dichiarato da Tolonnikova a Dozhd Tv – da un documentario che denuncia le presunte “malefatte” del procuratore generale russo, Yuri Chaikin: accuse che quest’ultimo respinge. Due delle Pussy Riot – la Tolonnikova e Maria Alekhina – sono state condannate per la loro “preghiera punk” nella cattedrale di San Salvatore a Mosca e rilasciate nel dicembre 2013 qualche mese prima che finissero di scontare i loro due anni di condanna
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