“No comment. Non ho niente da dire”. E poi il telefono chiuso in faccia. Basta la prima domanda sulla villa di Giuseppe Sala e la conversazione viene subito interrotta. Eppure Michele Sacco di cose da raccontare ne avrebbe. Perché fino al 2014 è stato vicesindaco di Zoagli, il comune in provincia di Genova scelto dall’amministratore delegato di Expo e aspirante sindaco di Milano per costruire la casa al mare finita al centro delle polemiche per i lavori commissionati a Michele De Lucchi, architetto che ha lavorato anche per Expo. E’ stato proprio quando Michele Sacco era in giunta che sono state approvate le varianti chieste da Sala rispetto al progetto originario, acquistato nel 2011 insieme al terreno. Ed è stato sempre Sacco a costruire la villa, con la sua impresa Edil Garden. Un ruolo doppio su cui non c’è modo di fargli domande al telefono, vista la sua reazione. Ma Zoagli è un paese di 2.500 anime, dove tutti conoscono tutti. L’ex vicesindaco lo descrivono come un gran lavoratore, fisico minuto, baffi e capelli bianchi: “Ha diversi cantieri in collina, nella zona di Sant’Ambrogio, provi là”.
E là non è difficile incontrarlo. È appena salito sulla sua auto bianca. Un cenno con la mano per fermarlo, di nuovo le presentazioni, ci siamo già sentiti in mattinata al telefono. Appena il tempo di nominare Sala e la reazione è simile a prima: auto messa in moto e piede sull’acceleratore. Inutile rincorrerlo e dal finestrino aperto provare a chiedergli chi sono i progettisti della villa. E se non è inopportuno che un vicesindaco realizzi i progetti approvati dalla sua stessa amministrazione. Altro scatto dell’auto e via, giù verso il paese. Ma non è stato inutile venire fin qua su. La vista che si apre tra gli ulivi dà direttamente sul golfo, dicono Sant’Ambrogio sia una delle zone più belle di Zoagli. Ed è proprio qui, un centinaio di metri da dove Sacco è sfuggito alle domande, che Sala ha la sua villa. Una parte degli interni e delle finiture esterne sono state progettate per 70mila euro da Michele De Lucchi. Le finiture sono di pregio, due i piani dell’edificio, di fronte il mare. Su una delle terrazze del terreno la piscina a raso, una delle opere per cui sono state chieste le varianti.
Sala: “Progetto dell’architetto Monti”. Ma il geometra: “L’ho fatto io”
“Il progetto esecutivo della casa lo ha firmato l’architetto Giampaolo Monti, ho avuto un rapporto di esclusiva con lui. Ci sono anche le fatture”, ha detto Sala nel corso della conferenza stampa convocata due settimane fa per dare le sue spiegazioni, dopo che il Giornale ha scritto del coinvolgimento nei lavori sia di De Lucchi, sia di Matteo Gatto, direttore Visitor experience ed exhibition design di Expo. Prima notizia confermata da Sala, che però ha omesso di citare, tra i lavori di De Lucchi per Expo, gli allestimenti pagati da Fiera Milano per 500mila euro. Smentita invece la seconda notizia: “Gatto non ha fatto nulla. Abita lì vicino, gli ho chiesto di andare a vedere il luogo della casa. E mi ha presentato l’architetto che ha firmato ogni progetto esecutivo”. Giampaolo Monti, appunto. Solo che negli uffici del comune di Zoagli dicono di non sapere chi sia Monti. Le pratiche le ha presentato il geometra Paolo Fossati, ex cognato di Michele Sacco. Fossati ha lo studio a Rapallo, solo qualche chilometro da Zoagli: “Il progetto – spiega – lo abbiamo fatto noi, sia quello architettonico che quello esecutivo, così come la direzione lavori”. E Giampaolo Monti? “L’ho incontrato solo qualche volta in cantiere insieme a Sala. Si è presentato come architetto, ma credo fosse lì in qualità di amico”. Il geometra assicura di non avere mai ricevuto disegni da Monti e, mentre mostra alcune parcelle da diverse migliaia di euro, dice di averle indirizzate tutte a Sala.
Il logo di Expo concesso alla manifestazione di Zoagli
Le due versioni, insomma, non coincidono. Magari ne sa qualcosa in più il sindaco di Zoagli, Franco Rocca. La sua è una vita passata nell’amministrazione comunale, come sindaco, poi come consigliere comunale con incarichi nel settore dell’edilizia privata, ora di nuovo come sindaco. E’ considerato da molti il dominus degli interessi immobiliari della zona. In comune è nella stessa lista di centrodestra a cui apparteneva Michele Sacco, mentre in Regione Liguria è stato consigliere per il Pdl. Esperienza macchiata dall’inchiesta su spese pazze e rimborsi, per cui Rocca è stato rinviato a giudizio proprio in questi giorni, dopo la richiesta dei pm del 3 agosto scorso. Della villa di Sala dice di non sapere nulla (“se ne sono occupati gli uffici tecnici”). Mentre l’amministratore delegato di Expo lo ha incontrato solo un paio di volte: “Mi ha dato una prova significativa di correttezza”. Espressione spiegata poco dopo e tradotta nella sua riconoscenza verso Sala, che gli ha concesso il logo dell’Expo per Velvet & silk carpet, manifestazione organizzata per valorizzare le produzioni locali di tessuti nella piazza principale di Zoagli. Era il 13 agosto, un giovedì in pieno periodo Expo, cosa che non ha impedito a Sala di presenziare all’evento come ospite d’onore tra i nuovi ‘compaesani’.
Il sindaco Rocca: “Doppio ruolo di Sacco? Non aveva deleghe per l’edilizia”
Sul ruolo di Michele Sacco, Rocca non vede alcuna inopportunità: “Quando era vicesindaco, non aveva la delega per l’edilizia privata”, taglia corto. E questioni di opportunità non ne vede neppure Angelo Sacco, figlio di Michele e attuale assessore al Patrimonio e alla Pubblica istruzione: “Un vicesindaco non può lavorare? O uno che costruisce non può stare in politica?”, sono le uniche cose che gli si riescono a far dire sulla vicenda al terzo tentativo. I primi due, il giorno prima, sono finiti pure peggio. Telefonata numero uno, appena fatto il nome di Sala ecco la risposta: “Mi spiace, non ci interessa”. E poi giù la cornetta, così come fatto dal padre. Seconda telefonata, che rapporti avete con Matteo Gatto? “A lei cosa interessa? Chiami lui”. E di nuovo telefonata chiusa in faccia. Lui, Matteo Gatto, al telefono risponde gentilmente, dice di conoscere l’impresa dei Sacco come “la migliore della zona in cui sono cresciuto”, ma assicura di non avere mai avuto con loro “rapporti né personali, né professionali”. Nemmeno per la villa di Sala: “L’attività è stata svolta tutta da Monti, come ha spiegato Sala. Monti è stato pagato, ha fatto tutti i disegni, il dottor Sala glieli può produrre”. E quello che dice il geometra Fossati? “Io questo non lo so”.
Il senso delle norme del piano regolatore? Dal comune sbattono giù il telefono
Mentre sui lavori resta il mistero, c’è tempo per un’ultima telefonata chiusa in faccia. Succede quando ilfattoquotidiano.it, dopo essersi presentato negli uffici comunali per verificare lo stato di avanzamento della richiesta di accesso agli atti presentata il 20 gennaio, prova a contattare i funzionari per porre un altro interrogativo. Il punto è cercare di capire quali siano le regole valide per le ville che come quella di Sala sono state costruite negli ultimi anni nella zona di Sant’Ambrogio. Nel piano regolatore l’area è definita di “presidio e salvaguardia dei territori con valenza agricola”. Le nuove costruzioni possono usufruire di due diversi indici di edificabilità derivati dal terreno circostante, uno dei quali è utilizzabile “per uso residenziale”, mentre l’altro – si legge sulle norme di attuazione del piano – è utilizzabile “per locali non abitabili ad esclusivo servizio delle attività agricole da ubicare nel lotto di edificazione in modo separato dal volume destinato all’uso residenziale”. La porzione non abitabile dovrebbe favorire le attività agricole, grazie a magazzini per “ricovero scorte vive o morte, deposito attrezzi e simili”. Solo che a guardare molte delle ville sulla collina, le attività agricole non sembrano per nulla fervere. Cosa significano dunque quelle prescrizioni? Sbattuta giù la cornetta. Secondo tentativo un’ora dopo, all’altro capo c’è la disponibilità di rispondere a una sola domanda: “Per rispettare le regole basta che le due porzioni, quella a uso residenziale e quella non abitabile, non siano collegate tra loro. Se sono separate da una porta, va bene”. Non serve a nulla fare notare al funzionario che l’espressione “separate da una porta” è strana, visto che di solito le porte collegano, mentre quelli che separano sono i muri. A Zoagli il tempo delle spiegazioni è finito.
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