“L’immagine di Padre Pio è dappertutto nell’Italia di oggi, sotto forma di statua ai giardinetti o di calendario sul muro, di personaggio del presepe o di adesivo sul parabrezza, di santino sul bancone o di ritratto all’uncinetto, di logo sugli oggetti di consumo, o di monumento sulle pietre funerarie”, ha spiegato Sergio Luzzatto nel suo libro d’inchiesta intitolato Padre Pio
Atea o religiosa che sia è di nuovo Padre Pio mania. L’ostensione delle spoglie del celebre frate di Pietrelcina, santo per volere di Giovanni Paolo II nel 2002, dopo un tour stradale da san Giovanni Rotondo e tappa finale nella basilica di San Lorenzo fuori Mura a Roma, ha scatenato un attenzione che si pensava sopita. Migliaia di fedeli a seguire l’auto che ne trasportava la salma fino al casello autostradale, oppure i social che vanno in tilt a suon di foto e 140 caratteri.
Dell’iniziativa di esposizione mediatica e materiale, voluta da Papa Francesco, ne parlano numerosi siti web da ogni parte del mondo. Mentre si moltiplicano gli hashtag, le devote preghiere, come le dissacranti prese in giro. Basta lanciare un #padrepio e Twitter sforna le cose più incredibili. Si va da dall’account di @PadrePio, sottotitolo ‘don’t cry for me Pietrelcina’ che tra una foto di Francesco Forgione in occhiali da sole annovera tweet come “Mandatemi i vostri selfie con la mia salma” e “Per evitare lunghe file a Roma vi esorto a richiedermi i vostri miracoli direttamente qui”; all’ultima foto retwettata centinaia di migliaia di volte in mezza giornata sui social dove sono letteralmente immortalati dei biscottini a forma di mano con al centro del dorso un bucanino modello stimmata riempito da marmellata. Li hanno chiamati i biscottini di Padre Pio, ma era una bufala proveniente da un sito web di cucina inglese. Una burla di cui è pieno il web ma che non ha stupito più di tanto in termini di seguito immediato nemmeno i più scettici.
Il volto sofferente e barbuto, le mani fasciate e doloranti di Padre Pio fanno parte di un immagine presto diventata fenomeno pop che travalica oramai credenti e non, tempo e mode, giovani e vecchi. “L’immagine di Padre Pio è dappertutto nell’Italia di oggi, sotto forma di statua ai giardinetti o di calendario sul muro, di personaggio del presepe o di adesivo sul parabrezza, di santino sul bancone o di ritratto all’uncinetto, di logo sugli oggetti di consumo, o di monumento sulle pietre funerarie”, ha spiegato Sergio Luzzatto nel suo libro d’inchiesta intitolato Padre Pio (Einaudi, 2007).
“Padre Pio è un’icona del nostro tempo, polisemica eppure allusiva, inflazionata eppure ineludibile: altrettanto inutile e altrettanto necessaria che la Marylin di Andy Warhol o il Che Guevara di Hasta la Victoria siempre”. Luzzatto cita numerosi esempi, letterari e politici, dove la presenza in forma di santino, richiamo spirituale e atto devozionale attraversa gli schieramenti politici e le classi socio-economiche: “Sul palcoscenico politico dell’Italia contemporanea, le credenze private tendono spesso a confondersi con l’esperienza pubblica, e padre Pio è lì, testimonial ignaro e imperterrito, a certificare la qualità della miscela”. “Lui già in vita e in tempi non proprio facili in termini di comunicazione e movimento aveva mosso milioni di persone fino ad un paesino sperduto della Puglia”, spiega a FQMagazine Antonio Socci, autore de Il segreto di Padre Pio (Rizzoli, 2007). “Un ‘alter Christus’ che paragonerei a San Francesco perché in vita fu un fenomeno analogo: come presenza misteriosa di Gesù tra noi, accompagnato da segni dei racconti evangelici come i miracoli. La fascinazione per Padre Pio è trasversale: ne sono attratti tutti, perfino i miscredenti. Poi chiaro che questo fenomeno dell’ostensione un po’ mi infastidisce, anzi fastidio no perché è un termine snob. Diciamo che non mi entusiasma granché. C’è il rischio di una spettacolarizzazione forte, aspetto che va comunque rispettato perché chi ha organizzato l’evento ha colto un desiderio profondo presente tra fedeli e non”. L’icona popolare che non arresta la sua corsa alla celebrità spirituale e miracolosa ha abbattuto ogni agnostica barriera da tempo. Nelle ultime righe del suo saggio, Luzzatto scrive che in un luogo apparentemente anticonformista e laico, di tragico ricordo e memoria, slegato dalla fede cattolica, come l’angolo di Piazza Alimonda dove è stato ucciso Carlo Giuliani nel 2001 ha rinvenuto un messaggio vergato da una ragazza sul retro di un santino di Padre Pio: “Appena poche parole, scritte nella forma e nel gergo dei teenager italiani di oggi; ma parole bastanti a documentare una volta di più l’urgenza e insieme la futilità di certa odierna devozione per l’altro Cristo: “Carlo anche se non ti ho mai conosciuto t.v.b. e Padre Pio veglierà su di te”.