Televisione

Ciao Darwin, da marzo Rupert Murdoch entra nell’arena generalista con Italia’s got talent e sfida Bonolis

La sfida promette scintille per un finale di stagione televisiva che si preannuncia rovente. Il talent di Sky dovrà rosicchiare di volta in volta importantissimi decimali senza puntare a improbabili immediati sorpassi

di Domenico Naso

Qualche tempo fa, quando Sky aveva acquisito Mtv e dunque il canale 8 del digitale terrestre, molti avevano previsto un impegno maggiore del network di Rupert Murdoch sui canali in chiaro, con la dichiarata intenzione di dare fastidio alle reti generaliste.

Una profezia piuttosto semplice, visto che l’intento era chiaramente quello. Dopo la finale di XFactor e le tante partite di Europa League trasmesse su quella che oggi è Mtv8, il primo vero banco di prova scatterà a marzo, quando sul canale 8 del digitale terrestre andrà in onda la nuova edizione di Italia’s Got Talent (trasmessa anche su SkyUno, bouquet satellitare).

Una mossa importante, ancora più rilevante se si considera che il talent che fu di Belen e ora è di Lodovica Comello (con la conferma dei giurati Bisio, Littizzetto, Matano e Zilli) dovrà scontrarsi direttamente con un ritorno molto atteso su Canale5: Ciao Darwin di Paolo Bonolis.

Certo, il canale 8 non ha lo stesso appeal del 5, ma i dati Auditel potranno finalmente far capire su che target può puntare Sky, quanto margine di crescita c’è e soprattutto quanto fastidio potrà dare all’ammiraglia del Biscione. In fondo, i due programmi si rivolgono dichiaratamente allo stesso pubblico “familiare”, nonostante alcune importanti differenze che non si possono sottovalutare. Italia’s Got Talent, per far breccia nel pubblico generalista, forse dovrà rinunciare a un pizzico di sciccosissimo elitismo per tentare una leggera virata nazionalpopolare. Un problema che non si pone per Ciao Darwin, che è già ultrapopolare, spesso tendente al trash.

Il programma di Bonolis ha già generato alcune polemiche per i casting alla ricerca esplicita di omofobi e razzisti, che hanno fatto arrabbiare le autorità piemontesi (visto che il casting si svolgeva lì). Che pubblico familiare vuole pescare, il buon Paolo Bonolis? Le famiglie leghiste o quelle del Family Day? Scherzi a parte, il problema è comunque reale, e su questo fronte Italia’s Got Talent può gonfiare il petto, visto che nella scorsa edizione è andata in onda, in diretta, addirittura una richiesta di matrimonio gay, con tanto di anello, applausoni e commozione.

Bonolis, fuoriclasse indiscusso dell’intrattenimento televisivo, è decisamente meno incline al politicamente corretto e questo non è necessariamente un male. Deve stare molto attento, però, a non varcare il delicatissimo confine tra corrosivo cinismo e messaggio sociale e culturale sbagliato. Sono tempi particolari per omofobia e razzismo, e le parole (soprattutto quelle trasmesse in tv) sono pesanti come macigni. Bonolis dovrà essere bravo a tenere in equilibrio la barra di una trasmissione che in passato non ha certo brillato per eleganza, ma che comunque non può scadere nel titillare i più bassi istinti della pancia del paese.

Italia’s Got Talent, almeno sul fronte ascolti, non parte certo avvantaggiato. Il talent di Sky dovrà invece rosicchiare di volta in volta importantissimi decimali a Bonolis, senza puntare a improbabili immediati sorpassi e costruendo con pazienza e coerenza una concorrenza che presto o tardi è destinata a diventare realtà. Certo, forse Vanessa Incontrada era più adatta di Lodovica Comello per un pubblico più nazionalpopolare, ma dalle parti di Rogoredo devono e vogliono coccolare anche il coté social del loro pubblico, e poi la Comello è giovane e, chissà, magari si rivelerà la risposta femminile al bravissimo Alessandro Cattelan.

La sfida che partirà a marzo, dunque, promette scintille per un finale di stagione televisiva che si preannuncia rovente. Non possiamo parlare di una sfida tra vecchio e nuovo, perché Bonolis non è Matusalemme e la sua tv non è quella di Daniele Piombi, ma di una sfida tra due modi di intendere l’intrattenimento per famiglie, quello sì. E non vediamo l’ora di scoprire come andrà a finire.

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