L’ipotesi di un ritorno alle urne per i cittadini spagnoli si fa sempre più concreta. Secondo la stampa del paese il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha sospeso le trattative con Pedro Sanchez in vista della formazione di un ipotetico governo di coalizione. A far scattare la decisione del leader degli indipendentisti sarebbe il dialogo parallelo in corso fra il socialista e il partito emergente Ciudadanos di Albert Rivera. Il dirigente di Podemos, d’altronde, lo aveva detto fin da subito: lui con il partito di Rivera non avrebbe trattato. Non appena Sanchez ha accettato l’incarico di formare il governo datogli da Felipe VI, Iglesias ha immediatamente escluso una possibile sua alleanza con un governo che abbia il sostegno di Ciudadanos.
Sanchez e Iglesias si sono incontrati venerdì 5 febbraio, all’indomani dell’avvio delle trattative del Psoe con Rivera, con la speranza di poter formare un governo che abbia l’appoggio di entrambi i partiti. Durante l’incontro il leader di Podemos, però, ha ribadito la sua posizione, definendo Ciudadanos un “surrogato del Partito Popular di Rajoy“. Rivera infatti ha chiesto che ai negoziati partecipi anche il Pp del premier uscente, con il quale Sanchez finora si è rifiutato di negoziare.
Quello che propone il leader popolare, primo arrivato ma senza maggioranza alle politiche del 20 dicembre, è una Gran Coalicion Pp-Psoe-Ciudadanos, ipotesi che per il momento resta ancora un miraggio. Le legislative di dicembre hanno infatti prodotto un Congresso dei deputati frammentato e senza maggioranze chiare, lasciando il paese in una situazione di governabilità estremamente complicata: se entro fine marzo Sanchez non riuscirà a formare un nuovo governo la Spagna a giungo sarà costretta a tornare alle urne.