Il primo cittadino del paese in provincia di Cremona: "Una festa non deve avere alcuna connotazione politica". Il disegnatore del manifesto con il premier-Moira Orfei: "E' censura bella e buona"
Via subito quella locandina a sfondo rosa con il volto di Matteo Renzi, rossetto sulle labbra, e la parrucca di Moira Orfei. A Soncino, un borgo ad una trentina di chilometri da Cremona, è stato bocciato dal sindaco il manifesto che annunciava così l’arrivo del Carnevale, in programma in uno storico locale del paese, sotto la scritta ironica “Circo alla Leopolda”. Ma difende la bontà della scelta il primo cittadino Gabriele Gallina: una festa come il Carnevale “non deve avere alcuna connotazione politica”. “E’ censura bella e buona”, replica Luca Imberti, l’artista al quale il Comune aveva affidato l’organizzazione della kermesse, già da lui curata in passato.
Gallina, sindaco da poco più di anno e sostenuto dal centrodestra, afferma, considerato che l’organizzazione del Carnevale sarebbe spettata all’amministrazione comunale e la festa si sarebbe tenuta in spazi comunali, che i festeggiamenti “non devono assolutamente avere riferimenti politici, e per rispetto istituzionale nei confronti del nostro presidente del Consiglio ho chiesto di eliminare la locandina e di denominare la festa in altro modo”. Imberti non ha raccolto la richiesta del sindaco e, più deluso che arrabbiato, ha quindi lasciato in polemica l’incarico: “E’ tutto assurdo. Siamo nel 2016 e mi convinco sempre di più di vivere in un Paese dove la satira non è tollerata”.
Ma perché scegliere proprio Renzi e Moira? “Non c’è altro motivo se non quello di aver voluto utilizzare per il manifesto due personaggi molto noti come veicolo pubblicitario. La politica non c’entra proprio nulla. Ci fosse stato il premier Berlusconi, sulla locandina avrei messo Berlusconi con parrucca, rossetto e orecchini”. Statue coperte qualche settimana fa, volti in qualche modo ‘coperti’ oggi. Analogie per l’artista soncinese: “L’amministrazione è in perfetta linea con il governo che copre le statue capitoline per paura di chissà che cosa. Un atteggiamento che denota la chiusura dell’amministrazione a ciò che non è mainstream”.