Se “La notte” di Arisa avrebbe meritato la vittoria nel 2012, “Controvento” gliela regala nel 2014, anche se poi a vincere al botteghino sarà Francesco Renga, arrivato quarto. Succede. Secondi arrivano Gualazzi e The Bloody Beetroots, coppia ideata da Timothy Leary in occasione del suo ultimo acido. Terzo un grande Renzo Rubino, cui però qualcuno ha dato fuoco al seggiolino del piano, visto lo strano modo che ha di sedere mentre suona. Buona “L’Unica” dei Perturbazione, band che arriva dell’indie e stranamente non si schianta sul palco dell’Ariston come in precedenza era successo a Marlene Kuntz o Marta sui Tubi. Vince tra i giovani “Nu Juorno buono” di Rocco Hunt, un rapper che punta a un certo paraculismo portando al Festival una canzone sulla terra dei fuochi. In gara anche Diodato, che Fazio, anche quest’anno alla conduzione con la Littizzetto (purtroppo), poi si prenderà nel cast di Che tempo che fa (la cui sigla è fatta da Gualazzi, per dire). Si chiude il sipario.
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