La recente acquisizione del 51 per cento di Lgh da parte di A2A, operazione che ha dato vita alla più grande multiutility della Lombardia e tra le prime in Italia, si è svolta parallelamente al tentativo leghista di mantenere il proprio sistema di potere sul territorio. Azione che però è fallita. Lo scorso 5 febbraio è stato rinnovato il consiglio di amministrazione della multiutility della Franciacorta, Cogeme. Nessun esponente della Lega nord è stato scelto. Un’assenza che sa di flop, visto che era da lì che il Carroccio dava l’impressione di voler partire per mantenete un proprio posizionamento all’interno delle grandi municipalizzate sparse in Padania.
Ma andiamo con ordine. Linea group holding (Lgh) è la più grande multiutility del sud della Lombardia. Comprende parte della provincia di Brescia (la Franciacorta) e le province di Pavia, di Lodi di Cremona e Crema; raccoglie, in quei territori, le aziende pubbliche che si occupano di energia, raccolta e gestione dei rifiuti e distribuzione gas. Nel 2014 i ricavi sono ammontati a 610 milioni di euro. Oltre mille i dipendenti al servizio di un bacino che supera il milione di abitanti.
Attualmente a detenere la quota maggioritaria (col 30,915% delle azioni) sono contemporaneamente Aem Cremona e proprio Cogeme, che presenta la città di Rovato (Brescia) come comune capofila. Qui è la Lega Nord a comandare a differenza delle altre municipalizzate, riferite ad amministrazioni del Pd. Ed è da Rovato che i vertici del Carroccio sono partiti per mantenere il proprio posizionamento e tentare la scalata. Nell’ottobre del 2015 viene catapultato direttamente da Milano, tra le vigne e le dolci colline della Franciacorta, Giulio Centemero, niente meno che l’amministratore federale di via Bellerio, il responsabile del recente riassetto economico della sede del Carroccio (con il licenziamento di molti dei suoi dipendenti) ed ex portaborse di Matteo Salvini all’Europarlamento.
Centemero viene eletto non presidente (come era suo obiettivo) ma consigliere delegato in Cogeme e inizia a lavorare. Quale sia il suo fine, lo comunica lui direttamente al consiglio comunale di Rovato nell’ultima seduta prima della pausa natalizia, quella in cui si sarebbe dovuta ratificare (come è poi avvenuto) l’operazione di A2A. “L’impegno nel cda di Cogeme – afferma Centemero – sarà sicuramente quello di fare in modo che Rovato, come è giusto che sia, porti a casa dei risultati e come tale mi immagino il presidente di Lgh”. Detto questo, visto che gli accordi parasociali seguiti all’acquisizione da parte di A2A (che saranno ufficializzati a fine marzo assieme al piano industriale), prevedono la ridefinizione del cda di Lgh, dando l’amministratore delegato ad A2A e la presidenza a uno dei soci Lgh, è probabile che a quel punto la Lega avrebbe stoccato il colpo decisivo.
Tutto però sembra sfumare col recente rinnovo del consiglio di amministrazione Cogeme, senza alcuna tinta di verde. Ma quanto la Lega è stata causa del proprio mal? Fu infatti lo stesso Centemero, assieme ad altri due consiglieri, lo scorso 16 gennaio, a sfiduciare l’allora presidente, Giuseppe Mondini (quello contro cui l’amministratore di via Bellerio perse la sua battaglia appena arrivato nel bresciano e che il 5 febbraio è stato riconfermato) e conseguentemente a far decadere il cda. Il sindaco leghista di Rovato, Tiziano Belotti, aveva dichiarato che la sua amministrazione non si sentiva “più adeguatamente rappresentata dall’attuale presidente” di Cogeme. Era quindi necessario rivedere le cariche ed eccoci arrivare all’ultimo disastroso rinnovo. Nel frattempo il Carroccio subiva un’altra doccia fredda: il 3 febbraio veniva arrestato per appropriazione indebita assieme ad altre tre persone Giampaolo Chirichelli, sempre in quota Lega e fino al febbraio del 2015 presidente di Asm Pavia, gruppo Lgh. Pavia, già persa, vedeva oltre al danno la beffa. Bisognava quindi mantenere almeno il bresciano, ma così non è stato. Nella riunione del 5 febbraio pare che Centemero abbia tentato di ritirare le dimissioni, per evitare di veder definitivamente tramontare le sue aspettative. Anche questa mossa è fallita e tutto sta sembrano la plastica rappresentazione di una disperata ed inutile battaglia leghista per contare qualcosa all’interno delle multiutility del profondo nord.