“Il ddl Cirinnà mi ricorda un ciclista che è scattato troppo presto, si è lasciato indietro il gruppo, ma in prossimità del traguardo è stato ripreso. E per giunta ha pure forato”. Il direttore del TgLa7 Enrico Mentana usa una metafora ciclistica per fare il punto di una giornata che rimescola le carte sulle unioni civili, con la decisione di Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza ai parlamentari del M5s.
Mentana, come giudica questa scelta?
Dalla candidatura di Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica, mi sembra la prima vera mossa politica dei Cinque stelle che, così facendo, hanno scelto di non fare da stampella al Pd, con l’obbiettivo di far esplodere le contraddizioni all’interno del partito di Renzi e della maggioranza di governo. Grillo ha deciso di non coprire a sinistra l’esecutivo, mettendo nei guai il premier.
Una scelta politica.
Certamente. Ormai Grillo e Renzi sono i veri antagonisti della vita politica italiana. La mossa dell’ex comico va valutata anche in vista delle amministrative. Inoltre, Grillo e Casaleggio non hanno voluto mettere la faccia su una legge che divide il Paese.
Scelta democristiana?
Ma no, il fatto è che gli stessi grillini su questo hanno opinioni diverse. Come ha scritto Grillo sul blog, sulle unioni, ma soprattutto sulla stepchild adoption, non c’è uniformità di pensiero tra loro, come non c’è nel resto degli italiani.
Ora la Cirinnà è a rischio.
Sì, ma potrebbe essere anche un bene, perché Renzi sarà costretto ad aprire un dibattito serio e ampio su un testo che è andato avanti col Pd a fare la voce grossa con Alfano, da una parte, e con i cattolici del suo partito, dall’altra. Forte di una rete di sicurezza che da oggi non c’è più.
Alfano si è fatto sentire…
Dal suo punto vista, avrà maggior voce in capitolo. Credo, però, che la stragrande maggioranza degli italiani pensi che la questione dei diritti delle coppie gay vada regolamentata, bisogna vedere come: vorrei una legge che non sia il frutto delle ipoteche di Giovanardi o di Scalfarotto.
Fine della storia per quanto riguarda possibili alleanze anche future tra Pd e M5s?
Questa giornata è utile anche perché ci permette di uscire da un equivoco generato soprattutto da noi giornalisti. I grillini non sono un movimento di pseudo sinistra, non sono compagni che sbagliano, né un movimento radical-socialista 2.0. Sono una cosa diversa, non etichettabile. E lo dimostra la diaspora dei loro fuoriusciti, che sono finiti un po’ ovunque.
Da Il Fatto Quotidiano del 7 febbraio 2016