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Barcellona, è italiana la prima comunità straniera

Gli italiani e i distretti di Barcellona. Potrebbe essere questo il titolo del rapporto reso pubblico dall’“Idescat”, l’Istituto di statistica della regione autonoma di Catalogna.

Dei 273mila stranieri residenti nella capitale catalana la comunità italiana si attesta nettamente al primo posto, sono più di 25mila i connazionali che vivono stabilmente nella città di Gaudì, il 9,16% della popolazione straniera. In verità, i dati reali vanno oltre le cifre ufficiali, l’indagine statistica tiene conto principalmente degli iscritti all’Aire e dei connazionali che svolgono attività con il “nif”, la partita Iva spagnola, se si censissero anche i lavoranti in nero il dato sarebbe di gran lunga più consistente.

Dalla rilevazione emerge anche la densità degli italiani nelle varie aree metropolitane, si riscontra quindi che la maggiore concentrazione è nei quattro distretti con il reddito pro – capite più alto: Sarrià-Sant Gervasi, circoscrizione che inglobava il “Sarrià”, lo stadio dei successi della nazionale azzurra nel Mundial ’82, ora centro commerciale come tanti, Les Corts, l’Eixample e Gràcia, il quartiere cosmopolita e alternativo, un tempo comune autonomo, integrato alla città metropolitana all’inizio del Novecento.

La Casa degli italiani è attiva dai tempi dell’unità d’Italia, ma è negli ultimi venti anni che i connazionali hanno subito il richiamo irresistibile delle ramblas e del Born, si sono aperti spazi nella ristorazione, hanno creato start up sulle nuove tecnologie, gestiscono appartamenti per usi turistici, si distinguono nelle libere professioni o nelle attività di impresa, la Camera di commercio italiana registra un centinaio di iscritti.

Lo slancio è andato oltre le attività “tradizionali”, a centinaia hanno approfittato delle zone grigie della legge per aprire un “cannabis club”, esercizi registrati nei quali è consentito ai soci il consumo di marijuana, si calcola che un quarto dei 100 “Maria clubs” spuntati come funghi nel ventre della città sia gestito da italiani. Emigrazione legata alla fioritura del commercio legale di cannabis frenata ora dalla stretta sulle licenze comunali, dai pressanti controlli dei Mossos d’esquadra, la polizia locale, e dai recenti interventi dei tribunali spagnoli che hanno posto l’accento sulla incongruenza tra le dichiarate finalità non lucrative e il gran numero di associati.

La comunidad foránea più numerosa nella città del modernismo è un punto di riferimento anche per gli artisti nostrani, non c’è musicista che in un tour europeo non fissi una data a Barcellona. Un arricchimento culturale per l’intera città: il prossimo 13 febbraio la metropoli celebra Francesco Guccini con un evento “il nuovo che avanza”, un omaggio al cantautore con gruppi di diversi continenti a cantare i pezzi del cantastorie bolognese tradotti nelle proprie lingue.