Dopo aver apprezzato le bellezze di Trondheim e del centro della Norvegia , quando il contachilometri del nostro InterRail segna duemila chilometri, è il momento di partire ancora più a nord, verso il circolo polare artico.
La voce del capotreno ci sveglia mentre dal finestrino scorrono montagne innevate sotto un cielo rosa. Sono circa le nove del mattino quando arriviamo a Bodø, ma a giudicare dalla luminosità sembra molto più presto e i -10°C, anche qui ci sorprendono (a questa latitudine ci aspettavamo molto peggio, ma saremo accontentati nelle tappe successive).
Andiamo a piedi alla scoperta del centro di questa città che conta circa cinquantamila abitanti e rimaniamo a bocca aperta quando, sul porto, la vista sul fiordo ricoperto di neve si svela ai nostri occhi.
Saliamo all’ultimo piano dello Scandic Havet e godiamo di un panorama a 360° sulla città e il fiordo innevato proprio nel momento in cui il sole timidamente fa capolino per qualche minuto da dietro le montagne. La magia del luogo è aumentata dall’eccitazione palpabile tra il personale dell’albergo: “non vedevamo il sole da due mesi” ci confessano, il che ci fa comprendere la loro emozione.
Festeggiamo l’evento con i Solboller, bomboloni ripieni di crema che celebrano il ritorno del sole nel nord della Norvegia e ci dirigiamo all’imbarco passeggeri del porto.
Dovendo proseguire il giorno seguente verso nord e non essendoci alcun collegamento ferroviario per Narvik le opzioni sono tre: aereo (che i norvegesi prendono quasi come fosse l’autobus), bus o auto . Optiamo per l’ultima potendo così continuare nel segno dell’InterRail approfittando del paesaggio e potendoci fermare quando vogliamo lungo il percorso per riposarci o immortalare il panorama.
Aspettandoci una tappa su strada per l’indomani, su un percorso che non conosciamo e considerate le poche ore di luce a queste latitudini, decidiamo di cenare all’ora locale per poter partire presto alla volta di Narvik.
La travelfood blogger che mi accompagna mi segnala che dalla postazione panoramica su cui eravamo saliti a mezzogiorno c’è anche Roast, un bar-ristorante, ed è lì che ceniamo in uno scenario unico.
Le montagne innevate dipinte di rosa dal riflesso del sole che si gettano nel mare glaciale dei fiordi e cascate ghiacciate ai lati della strada ci forniscono un’ulteriore scusa per delle brevi soste in questi luoghi unici.
Il percorso prevede inoltre un piccolo tratto in traghetto, tra Bognes e Skarberget c’è una partenza all’incirca ogni due ore. Partiti in anticipo anche per evitare di rimanere bloccati sul porto, riusciamo ad imbarcarci all’ultimo minuto (e la breve traversata di mezz’ora ci delizia con paesaggi eccezionali con le Lofoten sullo sfondo).
Sbarcati dalla nave proseguiamo sulla E6 fino a Narvik, seconda città della regione e sapere di essere nel circolo polare artico fa un certo effetto.
Dopo aver posato le valigie, ci ricarichiamo con una zuppa calda prima di partire a caccia di aurore boreali. Più si sale a nord più le possibilità di vedere questo particolare fenomeno sono alte ma la latitudine non è tutto e le condizioni meteorologiche e un po’ di fortuna fanno il resto. I primi due fattori sono dalla nostra parte e incrociamo le dita per il terzo.
Il giorno seguente, dopo una colazione al buio (qui devono pazientare ancora qualche giorno prima di rivedere il sole) saliamo sulle alture di Narvik dove piccoli e grandi approfittano del week-end per sciare. La “gondola” (nome della locale teleferica) per il Narvikfjellet, punto panoramico sulla città, non è ancora in funzione ma una passeggiata nei dintorni sarà l’occasione per fare il pieno di quest’atmosfera.
Salutiamo Narvik e la Norvegia da un’altro punto d’osservazione, che troviamo all’ultimo piano dell’hotel e prepariamo le valigie per proseguire il nostro InterRail di nuovo in treno verso la nostra prossima tappa: Abisko e la Lapponia svedese.