Una tragedia, quella dei migranti, il cui bilancio si fa sempre più pesante: specie quando a subire le conseguenze peggiori sono i bambini, come si è verificato in queste ore. Ultime vittime dell’emergenza migrazione, solo in ordine di tempo, sono la siriana Garam, neonata morta di fame e di freddo dopo aver attraversato con la madre il confine turco-siriano, e gli undici piccoli annegati durante la notte fra il sette e l’otto febbraio nel mar Egeo, mentre cercavano di raggiungere le sponde di Lesbo.
L’ultima tragedia del mar Egeo ha mietuto 35 vittime accertate, mentre 12 migranti sono ancora dispersi in mare. Tra di loro, undici erano minori. Due le imbarcazioni che sono affondate nelle prime ore di lunedì 8 febbraio nel Mar Egeo, al largo della Turchia. Dei migranti che erano a bordo, almeno 24 sono annegati al largo della Turchia questa mattina, poco dopo la partenza della loro imbarcazione da Edremit, nella provincia di Balikesir, sull’Egeo; mentre altri 11 sono annegati in un altro naufragio, al largo di Dikili, nella provincia di Izmir. Solo tre passeggeri di quest’ultimo barcone, riferiscono i media locali, si sono salvati. Entrambe le imbarcazioni erano dirette all’isola greca di Lesbo.
I due naufragi sono avvenuti nel giorno in cui è attesa ad Ankara la cancelliera tedesca Angela Merkel per discutere proprio della crisi dei migranti.
Nelle stesse ore una bimba di un anno proveniente da Aleppo è stata trovata morta alla stazione dei bus di Adana, nel sud della Turchia, dove era giunta con la madre dopo un viaggio di oltre 100 km a piedi da Aleppo, in fuga dalla guerra. Secondo i primi rilievi, la piccola Garam sarebbe morta per malnutrizione e freddo. Il corpo della piccola è stato portato all’Istituto di medicina legale di Adana per essere sottoposto ad autopsia. La madre, Nesrin Berdos di 33 anni, era giunta in Turchia con altri familiari e si trova ancora in stato di shock. Secondo quanto riportano media locali, il gruppo stava aspettando alla stazione di Adana un bus che avrebbe dovuto condurlo a Istanbul.
La situazione rimane in costante fermento in tutti i porti dell’Egeo, dove nel corso dell’ultimo fine settimana 573 migranti e rifugiati sono stati tratti in salvo, secondo le stime della guardia costiera greca. Nella mattinata di lunedì, inoltre, nel porto del Pireo sono arrivati altri 530 migranti, la maggior parte dei quali vorrebbe proseguire il viaggio verso l’Europa settentrionale. In Grecia intanto proseguono le proteste sull’isola di Kos e a Salonicco contro la costruzione di centri per la registrazione, i cosiddetti ‘hotspot’. Le operazioni di ricerca e di soccorso di eventuali dispersi e sopravvissuti sono tuttora in corso, come si apprende dall’agenzia di stampa turca Dogan.
Sull’argomento si fa netta la posizione della Fondazione Migrantes, organismo facente capo alla Conferenza Episcopale Italiana. “All’indignazione – dice il direttore generale della Fondazione monsignor Gian Carlo Perego – occorre far seguire realmente una nuova operazione ‘Mare nostrum’ che non solo arrivi a salvare in mare le persone, ma giunga con le navi della flotta della Marina dei diversi Paesi europei sulle coste da dove partono i migranti forzati (in particolare in Libia e in Turchia), per proteggere e accompagnare almeno le persone più fragili e deboli: le donne, le famiglie con bambini, i minori non accompagnati”.
Mondo
Migranti, due naufragi nell’Egeo, oltre 30 morti: 11 sono bambini. In Turchia neonata morta di freddo e fame
Due i naufragi. Entrambe le imbarcazioni erano dirette a Lesbo. Nel finesettimana soccorsi 573 migranti. Altri 530 sbarcati questa mattina
Una tragedia, quella dei migranti, il cui bilancio si fa sempre più pesante: specie quando a subire le conseguenze peggiori sono i bambini, come si è verificato in queste ore. Ultime vittime dell’emergenza migrazione, solo in ordine di tempo, sono la siriana Garam, neonata morta di fame e di freddo dopo aver attraversato con la madre il confine turco-siriano, e gli undici piccoli annegati durante la notte fra il sette e l’otto febbraio nel mar Egeo, mentre cercavano di raggiungere le sponde di Lesbo.
L’ultima tragedia del mar Egeo ha mietuto 35 vittime accertate, mentre 12 migranti sono ancora dispersi in mare. Tra di loro, undici erano minori. Due le imbarcazioni che sono affondate nelle prime ore di lunedì 8 febbraio nel Mar Egeo, al largo della Turchia. Dei migranti che erano a bordo, almeno 24 sono annegati al largo della Turchia questa mattina, poco dopo la partenza della loro imbarcazione da Edremit, nella provincia di Balikesir, sull’Egeo; mentre altri 11 sono annegati in un altro naufragio, al largo di Dikili, nella provincia di Izmir. Solo tre passeggeri di quest’ultimo barcone, riferiscono i media locali, si sono salvati. Entrambe le imbarcazioni erano dirette all’isola greca di Lesbo.
I due naufragi sono avvenuti nel giorno in cui è attesa ad Ankara la cancelliera tedesca Angela Merkel per discutere proprio della crisi dei migranti.
Nelle stesse ore una bimba di un anno proveniente da Aleppo è stata trovata morta alla stazione dei bus di Adana, nel sud della Turchia, dove era giunta con la madre dopo un viaggio di oltre 100 km a piedi da Aleppo, in fuga dalla guerra. Secondo i primi rilievi, la piccola Garam sarebbe morta per malnutrizione e freddo. Il corpo della piccola è stato portato all’Istituto di medicina legale di Adana per essere sottoposto ad autopsia. La madre, Nesrin Berdos di 33 anni, era giunta in Turchia con altri familiari e si trova ancora in stato di shock. Secondo quanto riportano media locali, il gruppo stava aspettando alla stazione di Adana un bus che avrebbe dovuto condurlo a Istanbul.
La situazione rimane in costante fermento in tutti i porti dell’Egeo, dove nel corso dell’ultimo fine settimana 573 migranti e rifugiati sono stati tratti in salvo, secondo le stime della guardia costiera greca. Nella mattinata di lunedì, inoltre, nel porto del Pireo sono arrivati altri 530 migranti, la maggior parte dei quali vorrebbe proseguire il viaggio verso l’Europa settentrionale. In Grecia intanto proseguono le proteste sull’isola di Kos e a Salonicco contro la costruzione di centri per la registrazione, i cosiddetti ‘hotspot’. Le operazioni di ricerca e di soccorso di eventuali dispersi e sopravvissuti sono tuttora in corso, come si apprende dall’agenzia di stampa turca Dogan.
Sull’argomento si fa netta la posizione della Fondazione Migrantes, organismo facente capo alla Conferenza Episcopale Italiana. “All’indignazione – dice il direttore generale della Fondazione monsignor Gian Carlo Perego – occorre far seguire realmente una nuova operazione ‘Mare nostrum’ che non solo arrivi a salvare in mare le persone, ma giunga con le navi della flotta della Marina dei diversi Paesi europei sulle coste da dove partono i migranti forzati (in particolare in Libia e in Turchia), per proteggere e accompagnare almeno le persone più fragili e deboli: le donne, le famiglie con bambini, i minori non accompagnati”.
Articolo Precedente
Per tutti i Giulio Regeni del mondo
Articolo Successivo
Migranti, Merkel in Turchia: “Inorridita da raid russi su civili”. Asse Ankara-Berlino per fare pressioni su Onu e Nato
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Starmer chiede “pressioni su Putin” e annuncia una “riunione militare” dei Paesi ‘volenterosi’. Meloni: “L’Italia non invierà truppe. Lavoriamo con Ue e Usa”
Mondo
Attacco Usa su larga scala contro lo Yemen controllato dagli Houthi. “È anche un avvertimento all’Iran”
Cronaca
Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.