“Ti ricordi quella scommessa davanti al caffè? Che cosa ti avevo detto?”. L’incoronazione di Giuseppe Sala a candidato sindaco di Milano si è appena conclusa. Il pubblico sta già uscendo dal teatro Elfo Puccini, dove i candidati alle primarie del centrosinistra si sono ritrovati dopo lo spoglio. Il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini incrocia il collega del Pd David Gentili, il primo ha sostenuto Francesca Balzani, il secondo Pierfrancesco Majorino. Il ricordo torna su una scommessa di qualche settimana fa: che unita, la sinistra, avrebbe superato il 50% e avrebbe battuto Giuseppe Sala. Ma unita, la sinistra della coalizione non è rimasta. Majorino ha sempre rivendicato di essere stato il primo a candidarsi e di avere una sua proposta politica, diversa da quella della Balzani. Lei ha sottolineato anche a urne chiuse di avergli ripetuto fino all’ultimo “che la porta era aperta, che avrei voluto con lui un progetto comune”. Che poi per Majorino avrebbe voluto dire ritirarsi dalla corsa, cosa mai presa in considerazione.
La vicesindaco, la sua delusione, l’ha espressa subito davanti alle telecamere, appena arrivata all’Elfo Puccini: “Per me, e per molti milanesi, c’è una nota di rammarico”. Pochi minuti prima erano stati i suoi sostenitori a non trattenerlo più quel rammarico, quando nella sede del comitato elettorale in piazza Oberdan era ormai divenuto chiaro che Sala sarebbe stato imprendibile. E che Majorino non sarebbe andato così bene come invece previsto dall’ultimo sondaggio, quello realizzato da Ixè per Agorà e contestato per non essere stato divulgato in tv, che lo dava addirittura al secondo posto con il 25-28%. Majorino invece si è fermato al 23. “Si è preso un bel calcio in pancia”, dice a un certo punto un supporter della Balzani. “E manca la ginocchiata nelle palle che gli darei io”, aggiunge chi gli sta di fianco. Majorino, qui, lo vedono come il colpevole di tutto.
Dal canto suo, l’attuale assessore della giunta Pisapia si mostra soddisfatto: “Il mio risultato è al di sopra delle aspettative”, dice appena entrato in teatro. E a chi gli chiede se sarebbe stata un’altra storia senza la divisione con la Balzani, risponde: “Dal punto di vista politico siamo di fronte a tre proposte distinte. Dal punto di vista aritmetico mi pare ormai una sciocchezza visto il risultato di Sala”. In realtà il suo 23% sommato al 34% della vicesindaco, dal punto di vista aritmetico, fa 57%. Un bel po’ in più del 42,3% di Sala. Ma in ogni caso i simpatizzanti di Majorino sostengono che non abbia senso mettersi a fare le somme: “Se lui si fosse ritirato, io non sarei andata a votare – dice Daniela Pistillo, membro del suo comitato elettorale -. Non avrei certo votato Balzani”. A dare fastidio a molti è stata una discesa in campo, quella della vicesindaco, arrivata solo all’ultimo e con un’imposizione di Giuliano Pisapia non concordata con chi da mesi sosteneva Majorino, il primo a candidarsi, sin da luglio. E poi c’è un’altra questione: “O Sala è il male assoluto – continua Pistillo – e allora si doveva costruire un progetto alternativo. Ma se non è il male assoluto e si fanno le primarie, e poi l’unico valore fondante di un’alleanza è stare contro Sala, il giorno dopo come fai a stare con lui, se vince?”. Niente alleanza, dunque. E il numero uno di Expo ha vinto, anche se non ha stravinto come previsto solo qualche settimana fa. Majorino gli garantisce appoggio di qui alle elezioni di giugno: “Ci sarà senza se e senza ma”. Quando entra all’Elfo Puccini, l’assessore è applauditissimo, più della Balzani. Sul suo volto non ci sono i segni della delusione che invece mostra lei. Uno dei primi abbracci di Majorino è con una delle principali sostenitrici di Sala, la ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. I due non si sono mai amati. Che significato ha quell’abbraccio? L’interpretazione malevola riporterebbe alle accuse di inciucio con Sala mosse a Majorino quando è stato chiaro che non si sarebbe ritirato, anche se poi, in campagna elettorale, è stato lui il primo ad attaccare il numero uno di Expo, per esempio sull’oscurità dei numeri di bilancio divulgati. L’interpretazione benevola vede invece in quell’abbraccio davanti al pubblico del teatro una promessa di unità nella corsa contro il centrodestra.
Quell’unità che non è invece per nulla garantita dal fronte dei simpatizzanti della Balzani, nonostante le sue rassicurazioni: “Ci dobbiamo unire tutti, era questo il patto di lealtà”, dice la vicesindaco a caldo. La scena iniziale tra Gibillini e Gentili termina con un abbraccio. Ma che i due a giugno saranno ancora dalla stessa parte non è per nulla scontato, e lo si capisce dal comunicato diramato a urne appena chiuse in cui Sel annuncia “l’avvio di una riflessione sulla nuova fase politica che si apre a Milano”. Ma di dubbi ce ne sono anche dentro al Pd, e tanti. Ecco come commenta i risultati un esponente del partito che preferisce rimanere anonimo: “Con Sala ci saranno problemi. E uno dei problemi sono le persone che lui ha intorno”. Lo dice mentre si sposta dalla sede del comitato di piazza Oberdan verso l’Elfo Puccini, forse senza nemmeno accorgersi che in quella camminata di dieci minuti si passa accanto a dove Sala è riunito con i suoi. Il vincitore è ancora dentro alla sede del suo comitato all’angolo tra corso Buenos Aires e via Casati, chiuso in un ufficio insieme ai più stretti sostenitori, tra cui la De Cesaris, Marco Pogliani, che fu consulente per la comunicazione della giunta Moratti, e Davide Corritore, il presidente della partecipata comunale Mm da sempre organico al Pd, che nel week end si è speso per Sala con sms in cui ricordava: “Il mio voto straconvinto sarà per Beppe Sala”. E lui, il più votato, è l’ultimo degli sfidanti a uscire dal proprio comitato. Si incammina verso l’Elfo Puccini seguito da qualche fotografo, si ferma quando un’auto al semaforo gli suona in segno di festa. Sala stringe la mano a chi sta al volante. Poi ancora qualche centinaia di metri. L’applauso sotto la galleria davanti al teatro. Le telecamere: “Oggi ha vinto anche Milano”, dice. Il saluto a Majorino e Balzani. L’ovazione quando sale sul palco. Il primo discorso da candidato sindaco: “Siamo stati assieme in questo periodo. Ricominciamo tutti assieme con l’idea che la finestra che si è aperta a Milano con Pisapia non si chiuda mai. Noi lavoreremo per questo, tutti assieme”. Si vedrà.