Emilia Romagna

Ravenna-Orte, 5 dipendenti Anas indagati per le buche: “Chiedevano nei bandi materiali scadenti”

Il procuratore capo di Forlì Sergio Sottani ha inviato l'avviso di conclusione indagini a due dirigenti romani e tre operativi della zona di Bologna. che rispondono dell'accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti

Ci sono cinque nuovi indagati per le buche della Ravenna-Orte, una delle arterie più utilizzate d’Italia ma anche tristemente nota per i molti incidenti stradali. Il procuratore capo di Forlì Sergio Sottani ha inviato l’avviso di conclusione indagini a cinque dipendenti dell’Anas, che rispondono dell’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti. L’ipotesi è che abbiano richiesto asfalto di qualità scadente nei capitolati d’appalto.

L’inchiesta era partita nel 2014, parallela a un’altra aperta della procura di Arezzo, nel cui territorio di competenza ricade l’altro tratto dissestato della lunga via di comunicazione. L’iscrizione a registro dei cinque, due dirigenti romani e tre operativi della zona di Bologna, è arrivata dopo una consulenza tecnica affidata da Sottani nel 2014 a un ingegnere esperto del settore: questo ha ricostruito la vicenda di quei 60 chilometri di strada e in particolare di 23 incidenti stradali. La notizia dei dipendenti sotto inchiesta arriva un po’ a sorpresa visto che all’inizio a essere stati iscritti erano stati 22 legali rappresentanti di altrettante aziende che avevano lavorato su quell’asfalto. Inizialmente l’indagine aveva infatti ipotizzato vi fosse stata truffa e frode nella fornitura dei materiali e che le ditte, per mettersi più soldi in tasca, avessero risparmiato sulla qualità del bitume.

Ora la procura sembra avere cambiato obiettivo: la consulenza, secondo i pm, ha certificato che per la strada sono stati utilizzati effettivamente materiali scadenti, ma questi erano quelli richiesti alle aziende nei capitolati d’appalto redatti dai tecnici Anas. I cinque indagati, se vorranno, potranno entro 20 giorni fornire la loro versione dei fatti e spiegare il perché della scelta di quei materiali da mettere in appalto. Potranno anche spiegare perché, come sembrerebbe emergere dalle indagini, a differenza di altre strade di importanza nazionale, per la E45 ci sia stata un’attenzione al risparmio, che per altre strade di importanza nazionale invece non c’è stata. Solo allora il pm Sottani deciderà se chiedere il rinvio a giudizio dei cinque dipendenti Anas o l’archiviazione del caso.

Sentiti i tecnici Anas la procura deciderà anche il destino degli altri 22 indagati. I legali rappresentanti delle ditte sono infatti tutti ancora formalmente indagati per inadempimento dei contratti di pubbliche forniture, frode nelle pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti. Ma se venisse confermato che loro hanno fatto il loro lavoro e che quei materiali erano conformi alle indicazioni date dai tecnici Anas, potrebbero essere scagionati.

*Riceviamo e pubblichiamo da Anas:
I piani finanziari approvati per il periodo 2010-2014, hanno destinato alla E45 circa 65 milioni di euro, con interventi in gran parte già realizzati e alcuni in corso”, si legge in una nota di Anas. Interventi che, secondo l’azienda, “hanno garantito, nei limiti delle risorse disponibili, il mantenimento e la percorribilità di un’arteria complessa e impegnativa”. In passato scrive la nota, “Anas ha operato con le risorse economiche erogate dal ministero delle Infrastrutture sulla base di Contratti di Programma annuali o di particolari piani finanziati con specifiche leggi nei quali venivano individuati gli interventi da effettuare e le risorse agli stessi destinate. Il criterio di individuazione delle priorità e della tipologia degli interventi manutentivi è sempre stato connesso alla urgenza degli stessi interventi e alle risorse finanziarie assegnate”.