I crisantemi sono fiori. Ok. È un primo punto. A leggere certi nomi di concorrenti, e soprattutto a farsi un giro per le strade intorno all’Ariston, con tutto questo via vai di personaggi un tempo vagamente sfiorati non dico dalla fama, ma da un minimo minimo di notorietà e ora scongelati e rimessi in vita per una settimana da mamma televisione, sembra di essere più al cospetto di un campo santo che di un palco dedicato a un santo. È un secondo punto. Sanremo è Sanremo, a prescindere da quel che sei venuto a presentare. Terzo punto.
Diciamolo, spiegare perché Raffaele Sollecito, già imputato nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher e assolto in via definitiva nel marzo del 2015, abbia scelto Sanremo per lanciare la sua startup è un vero mistero. Il fatto, poi, che la startup in questione, sponsorizzata dalla regione Puglia, abbia come tematica i funerali, beh, lascia più che altro perplessi, come se Sollecito, non contento di essere uscito un po’ malconcio dal trattamento riservatogli dai media durante il processo per il delitto di Perugia avesse deciso di diventare una sorta di troll, figura attiva in rete che è solita attirare l’attenzione in maniera quasi violenta.
Perché la sensazione che Sollecito, mentre parla di possibilità di acquistare i fiori online, di mettere in rete i ricordi del defunto o di trovare la posizione della tomba dell’estinto tramite apposita mappa collegata al satellite, ci stia trollando è forte. Non poteva scegliere un altro campo? O magari, semplicemente, scegliere una situazione un po’ meno mondana per lanciare la sua creatura, BeOnMemories.com, nata grazie a un finanziamento della Regione Puglia di sessanta seimila euro? Chiaro, il commercio si nutre di marketing, e la notizia che Sollecito ha presentato oggi la sua startup funerea qui a Sanremo sta facendo il giro della rete, ma il buon gusto, a voler essere delicati, ne esce un po’ malconcio.
Anche perché, digitando sul sito, si legge che è un work in progress, quindi che la certezza che di presentazione puramente mediatica si tratti è difficile da rimuovere. Da domani, si spera, Sanremo tornerà a essere solo la città del Festival, e i fiori di cui si parlerà non saranno quelli da mettere sotto le lapidi, ma quelli che Carlo Conti, da vero gentiluomo, donerà alle sue colleghe coconduttrici e alle ospiti donne. Per ora, per oggi, Sanremo è anche la città del caro estinto.