“Siamo quattro cittadini italiani e denunciamo la mancanza di rispetto che ci viene riservata in quanto omosessuali”. Pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Senato Pietro Grasso e alla Presidente della Camera Laura Boldrini in vista della votazione sul disegno di legge Cirinnà sulle Unioni Civili.
Vi scriviamo in questi giorni in cui le Camere discutono e votano la proposta di legge Cirinnà sulle Unioni Civili. Siamo quattro cittadini italiani che, in passato, per denunciare l’inescusabile mancanza di rispetto che le Istituzioni ci riservano in quanto omosessuali, abbiamo avuto l’ardire di reclamare davanti ai giudici un trattamento paritario, per poi vedere l’Italia intera tristemente condannata di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Siamo una goccia nel mare dei cittadini – italiani, Europei ed extraeuropei in Italia – che chiedono da decenni il riconoscimento della piena dignità di donne e di uomini, che chiedono di vedere riconosciute le proprie vite e le proprie famiglie, e la parità di trattamento dei diritti e dei doveri reciproci e nei confronti della comunità. Vale la pena avere presente che non pochi di questi cittadini sono già morti, senza alcun conforto di Patria. Nel 2016 finalmente le Istituzioni italiane hanno iniziato ad ascoltarci concretamente e questo ci riempie di gioia e di speranza, che le difficoltà con cui dobbiamo fare i conti quotidianamente possano finalmente aver fine.
Vi scriviamo con il sogno di poter percorrere, in queste righe, un ideale cammino insieme verso una Italia migliore e più giusta. Molto migliore. Al di là delle apparenze politiche e mediatiche, questi giorni di discussione della proposta di legge Cirinnà sono giorni di profonda unità nazionale, come raramente – in passato – ne abbiamo vissuti. Sotto questa legge si riconoscono le più svariate tipologie di persone: le persone apertamente omosessuali, i nostri figli, i nostri genitori, i nostri parenti, gli amici, i colleghi, i nostri datori di lavoro, grandissima parte del popolo europeo. E soprattutto tutti i giovani che meritano di potersi costruire il migliore futuro possibile, lo stesso futuro che l’Italia oggi sta scegliendo di darsi, o di negarsi: in dipendenza dalla scelta che farete.
Perciò crediamo sia questo il momento migliore per dare voce alle discriminazioni che, come omosessuali, noi e milioni di altre famiglie affrontiamo quotidianamente. Le difficoltà che molti bambini affrontano insieme ai loro genitori nel loro vivere quotidiano (dalle più semplici, come quella dell’essere portati a scuola, alle più dolorose, che comportano l’assistenza in ospedale o la separazione dei genitori). Vorremmo testimoniare come sono le nostre vite. Ogni cittadino onesto partecipa alla vita del nostro Paese con le sue possibilità e cercando, nel suo piccolo, di farlo progredire; e come ogni cittadino, anche noi affrontiamo quello che la vita ci propone avendo affianco la persona con cui scegliamo liberamente di vivere: la persona che amiamo. Questo è famiglia. Ed è anche e proprio come famiglia che noi contribuiamo alla nostra società pure non avendone di ritorno nessun riconoscimento e nessuna tutela.
Il testo di questa legge non ci soddisfa appieno, in quanto noi sosteniamo il diritto egualitario, ivi compreso il matrimonio con rito civile, e perciò la proposta di legge Cirinnà – così come formulata originariamente – ci sembra il compromesso minimo e inderogabile per riallinearci con i Paesi che garantiscono a tutti i loro cittadini una parità di trattamento. L’Italia sta finalmente scegliendo da che parte stare, è tristemente l’ultima in Europa e nel mondo Occidentale a farlo e sa che il tempo per scegliere sta terminando. Non si può più non scegliere. E voi siete chiamati a farlo per noi. In questi giorni le nostre vite – tutta la speranza custodita fino ad oggi, tutti i nostri sogni per il domani – sono nelle vostre mani. Questa è l’espressione più pura della sacralità della democrazia, che vi chiediamo di vivere con totale abnegazione.
Poi, qualunque scelta voi farete, le nostre vite torneranno nelle nostre mani. E continueremo ad ardire, inarrestabili come abbiamo sempre fatto per rendere pieno onore alla nostra dignità, finché godremo insieme a tutti voi della piena uguaglianza che ogni cittadino merita responsabilmente di fronte alla legge. Se necessario, porteremo nuovamente davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo lo spirito con cui Aldo Moro e Giorgio La Pira contribuirono a definire l’articolo 29 della nostra Costituzione: il concetto originario e autentico di società naturale, al quale anche noi famiglie omosessuali apparteniamo a pieno titolo. Ed insieme, eterosessuali e omosessuali, porteremo all’attenzione della Corte Costituzionale ogni discriminazione che non sarà stata cancellata, affinché venga sottoposta al vaglio della ragionevolezza.
Perciò non siamo qui a fare leva sui buoni sentimenti o su degli ideali astratti. Nemmeno su opinioni o convinzioni personali, o sulla vostra indiscutibile libertà di coscienza: in realtà è propriamente sul piano della ragionevolezza che sarete giudicati voi e la vostra legge. E quindi, è sempre sul piano della ragionevolezza che vi invitiamo ad esprimere posizioni oneste, libere e responsabili, quali depositari del futuro di questa nazione. Questi sono i giorni in cui noi, insieme a tantissimi italiani, vogliamo credere in voi. Essere all’altezza di così grande fiducia sarà il più grande vantaggio e privilegio di cui possiate mai godere.
I più sentiti e rispettosi saluti.
Gian Mario Felicetti, Riccardo Perelli Cippo, Roberto Zacheo, Riccardo Zappa.
Diritti
Unioni Civili, lettera aperta a Mattarella: “Si riconoscano le nostre famiglie. E la parità di trattamento”
L'appello di quattro cittadini italiani per il riconoscimento della piena dignità di donne e uomini: "Il Ddl Cirinnà è il compromesso minimo e inderogabile per riallinearci agli altri Paesi. L’Italia sta finalmente scegliendo da che parte stare. E voi siete chiamati a farlo per noi"
“Siamo quattro cittadini italiani e denunciamo la mancanza di rispetto che ci viene riservata in quanto omosessuali”. Pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Senato Pietro Grasso e alla Presidente della Camera Laura Boldrini in vista della votazione sul disegno di legge Cirinnà sulle Unioni Civili.
Vi scriviamo in questi giorni in cui le Camere discutono e votano la proposta di legge Cirinnà sulle Unioni Civili. Siamo quattro cittadini italiani che, in passato, per denunciare l’inescusabile mancanza di rispetto che le Istituzioni ci riservano in quanto omosessuali, abbiamo avuto l’ardire di reclamare davanti ai giudici un trattamento paritario, per poi vedere l’Italia intera tristemente condannata di fronte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Siamo una goccia nel mare dei cittadini – italiani, Europei ed extraeuropei in Italia – che chiedono da decenni il riconoscimento della piena dignità di donne e di uomini, che chiedono di vedere riconosciute le proprie vite e le proprie famiglie, e la parità di trattamento dei diritti e dei doveri reciproci e nei confronti della comunità. Vale la pena avere presente che non pochi di questi cittadini sono già morti, senza alcun conforto di Patria. Nel 2016 finalmente le Istituzioni italiane hanno iniziato ad ascoltarci concretamente e questo ci riempie di gioia e di speranza, che le difficoltà con cui dobbiamo fare i conti quotidianamente possano finalmente aver fine.
Vi scriviamo con il sogno di poter percorrere, in queste righe, un ideale cammino insieme verso una Italia migliore e più giusta. Molto migliore. Al di là delle apparenze politiche e mediatiche, questi giorni di discussione della proposta di legge Cirinnà sono giorni di profonda unità nazionale, come raramente – in passato – ne abbiamo vissuti. Sotto questa legge si riconoscono le più svariate tipologie di persone: le persone apertamente omosessuali, i nostri figli, i nostri genitori, i nostri parenti, gli amici, i colleghi, i nostri datori di lavoro, grandissima parte del popolo europeo. E soprattutto tutti i giovani che meritano di potersi costruire il migliore futuro possibile, lo stesso futuro che l’Italia oggi sta scegliendo di darsi, o di negarsi: in dipendenza dalla scelta che farete.
Perciò crediamo sia questo il momento migliore per dare voce alle discriminazioni che, come omosessuali, noi e milioni di altre famiglie affrontiamo quotidianamente. Le difficoltà che molti bambini affrontano insieme ai loro genitori nel loro vivere quotidiano (dalle più semplici, come quella dell’essere portati a scuola, alle più dolorose, che comportano l’assistenza in ospedale o la separazione dei genitori). Vorremmo testimoniare come sono le nostre vite. Ogni cittadino onesto partecipa alla vita del nostro Paese con le sue possibilità e cercando, nel suo piccolo, di farlo progredire; e come ogni cittadino, anche noi affrontiamo quello che la vita ci propone avendo affianco la persona con cui scegliamo liberamente di vivere: la persona che amiamo. Questo è famiglia. Ed è anche e proprio come famiglia che noi contribuiamo alla nostra società pure non avendone di ritorno nessun riconoscimento e nessuna tutela.
Il testo di questa legge non ci soddisfa appieno, in quanto noi sosteniamo il diritto egualitario, ivi compreso il matrimonio con rito civile, e perciò la proposta di legge Cirinnà – così come formulata originariamente – ci sembra il compromesso minimo e inderogabile per riallinearci con i Paesi che garantiscono a tutti i loro cittadini una parità di trattamento. L’Italia sta finalmente scegliendo da che parte stare, è tristemente l’ultima in Europa e nel mondo Occidentale a farlo e sa che il tempo per scegliere sta terminando. Non si può più non scegliere. E voi siete chiamati a farlo per noi. In questi giorni le nostre vite – tutta la speranza custodita fino ad oggi, tutti i nostri sogni per il domani – sono nelle vostre mani. Questa è l’espressione più pura della sacralità della democrazia, che vi chiediamo di vivere con totale abnegazione.
Poi, qualunque scelta voi farete, le nostre vite torneranno nelle nostre mani. E continueremo ad ardire, inarrestabili come abbiamo sempre fatto per rendere pieno onore alla nostra dignità, finché godremo insieme a tutti voi della piena uguaglianza che ogni cittadino merita responsabilmente di fronte alla legge. Se necessario, porteremo nuovamente davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo lo spirito con cui Aldo Moro e Giorgio La Pira contribuirono a definire l’articolo 29 della nostra Costituzione: il concetto originario e autentico di società naturale, al quale anche noi famiglie omosessuali apparteniamo a pieno titolo. Ed insieme, eterosessuali e omosessuali, porteremo all’attenzione della Corte Costituzionale ogni discriminazione che non sarà stata cancellata, affinché venga sottoposta al vaglio della ragionevolezza.
Perciò non siamo qui a fare leva sui buoni sentimenti o su degli ideali astratti. Nemmeno su opinioni o convinzioni personali, o sulla vostra indiscutibile libertà di coscienza: in realtà è propriamente sul piano della ragionevolezza che sarete giudicati voi e la vostra legge. E quindi, è sempre sul piano della ragionevolezza che vi invitiamo ad esprimere posizioni oneste, libere e responsabili, quali depositari del futuro di questa nazione. Questi sono i giorni in cui noi, insieme a tantissimi italiani, vogliamo credere in voi. Essere all’altezza di così grande fiducia sarà il più grande vantaggio e privilegio di cui possiate mai godere.
I più sentiti e rispettosi saluti.
Gian Mario Felicetti, Riccardo Perelli Cippo, Roberto Zacheo, Riccardo Zappa.
Articolo Precedente
Unioni civili: libertà di coscienza sulle adozioni gay? Che ipocrisia
Articolo Successivo
Ue, emendamento M5s: “Via la parità di genere da linee guida Bilancio”. Pd: “Inquietante”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco, la Sala stampa del Vaticano diffonde la prima foto dal giorno del ricovero. L’Angelus: “Sto affrontando periodo di prova”
Mondo
Ucraina, l’inviato Usa: “Distanze ridotte tra Russia e Kiev”. Zelensky cambia il capo di Stato Maggiore e annuncia il missile Long Neptune: può colpire Mosca
Mondo
Israele, Netanyahu licenzia il capo dei servizi interni: “Mancanza di fiducia”. Ma lui: “Ragioni politiche”
Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.