Erano coinvolte in un ingente giro d’affari nel mercato illecito di prodotti agroalimentari, in particolare ortofrutticoli e caseari, le sette persone fermate nella mattinata di martedì 9 febbraio a Roma. Le sette ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di esponenti di vertice, affiliati e prestanome del clan camorristico Moccia. I sette arrestati sono a vario titolo accusati di trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, tentata estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza con l’aggravante dell’associazione mafiosa.

Nel blitz di polizia e Guardia di Finanza è stato coinvolto tra gli altri anche Luigi Moccia, sessantenne, ai vertici dell’omonimo clan operante ad Afragola, che, attraverso il reimpiego di capitali di provenienza illecita, gestiva tramite prestanome attività nei settori della distribuzione di prodotti lattiero caseari ed ortofrutticoli, nonché in quello turistico-alberghiero. Il clan in questo settore prevedeva di investire circa 15 milioni di euro, ed era nei piani anche l’esapansione degli affari sui mercati esteri.

Il blitz ha avuto luogo nelle prime ore della mattinata di martedì 9 febbraio, in seguito alle indagini svolte dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Pt di Roma-Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Sono in corso anche decine di perquisizioni in diverse Regioni d’Italia. 

Nei confronti delle sette persone fermate è scattato anche il sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro. Un mercato molto redditizio, per i clan, quello del settore agroalimentare: secondo i dati diffusi da Coldiretti infatti la criminalità organizzata ha messo in moto nel settore un giro d’affari illegale stimato in 15,4 miliardi di euro.

 

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