Il governo pone l’obbligo del silenzio sui possibili conflitti di interesse dei propri membri e sulle attività di autorizzazione bancaria e sull’emissione di prodotti finanziari e bancari. E’ la conseguenza della presentazione del Foia (Freedom of information Act), la norma che avrebbe dovuto rendere trasparenti le attività delle pubbliche Amministrazioni e che, invece, stando alle ultime bozze circolate, sembra fare esattamente il contrario.
Una disposizione in particolare di questa norma appare in grado di far calare il silenzio assoluto su fatti di grande rilevanza sociale e politica e di interesse dei cittadini italiani. Si tratta della norma che estende alle Autorità amministrative indipendenti (quindi ad esempio la Banca d’Italia, la Consob, ma anche l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom e l’Antitrust-Agcm) l’obbligo, da parte del funzionario dell’Ente a cui sono richieste informazioni, di rifiutare l’accesso agli atti da parte del cittadino per proteggere gli interessi privati dei soggetti cui si riferiscono le informazioni. La norma dice proprio così. “L’accesso di cui all’articolo 5, comma 2 (l’accesso del cittadino, ndr) è altresì rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio alla tutela di uno dei seguenti interessi privati: c) gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali”.
Gli interessi privati dunque rendono non conoscibili questi atti. Orbene, tutti gli atti delle Autorità amministrative indipendenti e di vigilanza contengono ovviamente informazioni relative a interessi privati, e informazioni commerciali e industriali attinenti società banche, membri del governo e così via. Altrimenti non avrebbe senso l’esercizio dell’attività di vigilanza e di controllo.
Dunque, quando la norma entrerà in vigore calerà il silenzio assoluto per il cittadino, per i giornalisti e per chiunque altro, sui fascicoli delle autorizzazioni all’emissione di prodotti finanziari (ad esempio obbligazioni e prodotti derivati) (Consob e Banca d’Italia), sulle autorizzazioni all’esercizio dell’attività bancaria e a tutte le vicende che ne conseguono (Banca d’Italia). Calerà il silenzio anche sui diritti televisivi del calcio di titolarità dell’Agcom e dell’Agcm, sulle presenze dei politici in Tv (Agcom) e, vicenda molto delicata, sulla presenza dei conflitti di interessi dei membri del governo, di competenza dell’Antitrust.
Da questo punto di vista, come si legge sullo stesso sito dell’Antitrust: “Con la legge 20 luglio 2004, n.215 il Parlamento ha voluto assicurare che i titolari di cariche di governo svolgano la loro attività nell’esclusivo interesse pubblico. L’obiettivo è evitare che presidente del Consiglio, ministri e sottosegretari decidano in una situazione di conflitto di interessi perché un determinato atto di governo riguarda materie rispetto alle quali sono direttamente o indirettamente portatore di interessi privati che possono confliggere con interessi pubblici”.
Quindi ad esempio, con il Foia, in caso di fascicolo dell’Antitrust relativo al conflitto di interessi di un componente del governo non si potrà sapere se è in possesso di quote societarie o eventuali investimenti compiuti, anche se tali vicende non costituiscono ipotesi di incompatibilità, in quanto esercizio di un interesse privato riguardante l’ “interesse economico e commerciale di una persona fisica o giuridica”.
La stessa cosa accade in relazione al conflitto di interessi nel settore delle Comunicazioni, di titolarità sempre secondo la legge 215 dell’Agcom. Per non parlare delle riunioni e decisioni prodromiche a provvedimenti dei Board delle Autorità Indipendenti, protette a tutt’oggi da un segreto impenetrabile. Nessuno può sapere, e saprà mai (grazie al FOIA) se vi siano ipotesi in grado di realizzare conflitti di interesse in capo ai vertici degli Enti. L’accesso civico è dunque svuotato di ogni significato e il funzionario pubblico anche volendo, non potrà fornire le informazioni richieste.
Il Foia all’italiana, salvo modifiche, o addirittura il ritiro da parte del governo, come sembrano suggerire le diverse Associazioni che avevano fermamente creduto nella norma, decreta il silenzio su tutti i fatti presenti, passati e futuri, di rilievo nazionale e gestiti dalle articolazioni centrali dello Stato e dagli Organi Indipendenti (o semi-indipendenti, secondo la definizione che ne diede Giuliano Amato). Con buona pace del diritto del cittadino ad essere informato.