L'amministratore delegato dell'ente della riscossione, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che solo 51 miliardi sono effettivamente recuperabili perché il 20,5% delle cartelle è stato annullato e "dei restanti 841 miliardi di euro oltre un terzo sono difficilmente recuperabili". Poi l'annuncio sull'interpretazione "morbida" della norma sulla rateizzazione
Su 1.058 miliardi di euro di crediti da riscuotere affidati a Equitalia tra il 2000 e il 31 dicembre 2015, si può sperare di riscuoterne solo 51. Il 5% del carico totale lordo. A riferirlo è stato l’amministratore delegato dell’ente della riscossione, Ernesto Maria Ruffini, in audizione davanti alle commissione Finanze del Senato. “Il 20,5% è stato annullato dagli stessi creditori”, ha spiegato Ruffini, e “dei restanti 841 miliardi di euro, oltre un terzo sono difficilmente recuperabili”. Infatti 138 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti, 78 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 92 miliardi da nullatenenti in base ai dati dell’Anagrafe tributaria. E per altri 28 miliardi di euro “la riscossione è sospesa, sempre per forme di autotutela o sentenze“.
“Residuano – ha spiegato Ruffini – 506 miliardi di euro, di cui oltre il 60% (314 miliardi) corrispondono a posizioni per cui si sono tentate invano azioni esecutive. Al netto di altri 25 miliardi di rate per riscossioni dilazionate e di 81 miliardi di riscosso, il ‘magazzino’ residuo si riduce a 85 miliardi di euro, di cui 34 miliardi non sono lavorabili per norme a favore dei contribuenti, quali i già citati interventi sul valore minimo per l’iscrizione ipotecaria, sull’impignorabilità della prima casa, sui beni strumentali eccetera”. Per quanto riguarda il valore delle cartelle, il 3% va da 1 a mille euro, l’8% da mille a 5mila, il 6% da 5mila a 10mila, il 20% da 10mila a 50mila euro, il 9% da 50mila a 100mila euro e, infine, il 53% è oltre i 100mila euro.
Quel che viene riscosso – in media, a partire dal 2006, 7,7 miliardi l’anno – è sempre più versato a rate. “Nel 2015 gli incassi da rateizzazione hanno rappresentato circa il 50% del totale, un dato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente”, ha quantificato Ruffini. “La rilevanza del fenomeno è testimoniata dal fatto che, a partire dal 2008 fino al 31 dicembre 2015, Equitalia ha gestito circa 5,6 milioni di istanze di rateizzazione, per un valore di oltre 107 miliardi di euro. Nel corso del 2015 sono state presentate complessivamente 1.216.784 istanze di dilazione, per un totale di 22,7 miliardi di euro. Al momento, ne sono state accolte 1.179.308 e respinte solo 28.189 per mancanza dei requisiti di legge”.
Ruffini ha poi annunciato che Equitalia si “riserva la possibilità di sospendere il fermo amministrativo“, ovvero le ganasce fiscali, “a quei soggetti che chiedono la rateizzazione”. A chi “chiede le rate e le paga, il fermo amministrativo non può essere tolto ma viene sospeso, così da dare la possibilità di circolare”. Attualmente la norma prevede il fermo amministrativo del veicolo fino alla fine del pagamento, che dilazionato in rate avrebbe potuto raggiungere anche i 10 anni di ganasce.