Anche la Cassa Depositi e Prestiti ha presentato presso lo studio milanese del notaio Carlo Marchetti la propria manifestazione di interesse all’acquisizione di Ilva in Amministrazione Straordinaria. Lo ha anticipato l’Ansa. L’interesse di Cdp, come già chiarito recentemente dall’amministratore delegato Fabio Gallia, è di partecipare con un ruolo di minoranza a una cordata interessata a rilevare le attività del metallurgico tarantino.
Lunedì, la stessa Ansa aveva anticipato la presentazione di un’offerta da parte del gruppo Marcegaglia che è fra i primi, se non il primo, dei grandi trasformatori dell’acciaio e dell’Ilva è sempre stato uno dei clienti strategici. Il termine per la presentazione delle offerte scadrà il 10 febbraio alle 18.30 e solo allora si saprà con certezza quanti fra industriali, gruppi finanziari e assicurativi, fondi di investimento, sono pronti a salvare l’Ilva e con l’Ilva il siderurgico di Taranto, l’impianto più importante d’Europa. Dopo la presentazione delle manifestazioni di interesse, con le “due diligence” partirà la procedura e a fine marzo dovrebbero arrivare le offerte con i piani industriali. Per avere il nome della società che acquisirà, anche in forma di affitto l’Ilva, bisognerà aspettare il 30 giugno 2016.
Poco meno di cinque mesi durante i quali i sindacati, avvertono, “non resteremo inerti”. E, intanto, hanno indetto uno sciopero di quattro ore negli stabilimenti Ilva e dell’indotto, a Taranto, Novi Ligure, Racconigi e Marghera per il 10 febbraio. A Taranto è prevista una manifestazione che ha ricevuto solidarietà anche dalla Confindustria locale. Non sciopereranno invece i lavoratori di Cornigliano che per primi hanno aperto le ostilità contro il decreto (ora legge) per la cessione dell’Ilva: “dopo quattro giorni di scioperi e manifestazioni prendiamo un pò il fiato, ma siamo pronti a ripartire” dice il segretario provinciale della Fiom di Genova, Bruno Manganaro.