Rapine in pieno stile “Arancia Meccanica“: ville assaltate nella notte, vittime seviziate e minacciate di morte, casseforti svaligiate. Per i più reticenti le torture prevedevano anche l’estrazione dei denti dei malcapitati proprietari di casa, al fine di ottenere password e informazioni sul nascondiglio di soldi e preziosi. Una banda di cittadini albanesi, con base operativa a Caivano in provincia di Napoli, agiva nel Napoletano, nel Salernitano e in Basilicata, spostandosi su grandi auto rubate di grossa cilindrata, armati di fucili e con il volto coperto da passamontagna. Cinque degli otto membri erano stati arrestati a dicembre dello scorso anno dopo una resistenza violentissima, mentre gli altri tre sono stati fermati martedì mattina dai carabinieri di Casoria.
Nella ricostruzione del modus operandi di ispirazione kubrickiana è emerso che le persone venivano tenute sotto sequestro per minuti interminabili e percosse talmente violentemente da provocare la caduta dei denti. Secondo le testimonianze dei proprietari di casa, tra i bersagli delle torture c’è anche un bambino di 8 anni, in casa al momento della rapina, mentre una delle vittime si è salvata grazie a una pistola inceppatasi al momento dello sparo. Le vetture usate per gli spostamenti venivano modificate con un sofisticato sistema di sostituzione delle targhe: quelle delle auto rubate venivano coperte da targhe “pulite” durante i sopralluoghi per la selezione delle ville da svaligiare, mentre per i furti tornavano le targhe corrispondenti a quelle dei veicoli rubati. Intercettata in passato dai carabinieri di Caserta subito dopo un rapina, la banda aveva dato vita a un inseguimento ad alta velocità lungo le strade provinciali, riuscendo infine a seminare le forze dell’ordine scappando a piedi nelle campagne, aiutata dal buio e dalle tute nere indossate.
Tra i componenti, Jakimi Enver, 49 anni, ricercato anche dall’Interpol per omicidi e rapine commessi in Albania. Considerato il più spietato e pericoloso della banda, Enver è stato tradito da un naso prominente accompagnato da sopracciglia foltissime: dettagli rimasti impressi nella memoria delle vittime che hanno così fornito agli inquirenti una descrizione particolareggiata della fisionomia del ladro.