“La stragrande maggioranza degli italiani – pare di capire anche in Parlamento – condanna con forza pratiche come l’utero in affitto che rendono una donna oggetto di mercimonio: pensare che si possa comprare o vendere considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando mi sembra ingiusto. In Italia tutto ciò è vietato, ma altrove è consentito: rilanciare questa sfida culturale è una battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare”. Matteo Renzi condanna la pratica dell’utero in affitto, ma spinge sull’approvazione del ddl sulle unioni civili, (il Pd ancora lunedì ha ribadito che il testo Cirinnà resta così com’è) anche se sul nodo della stepchild adoption lascia la parola al Senato, dove mercoledì si comincerà a votare, e subito a scrutinio segreto. “È finita la stagione – dice il premier – in cui nascondersi, i diritti (e i doveri) sono tali solo se sono per tutti. È un passo in avanti”
Le tensioni rimangono tutte sul tavolo con i cattolici democratici che in aula hanno chiesto di togliere proprio la stepchild adoption, con Ncd pronto a chiedere il maggior numero di voti segreti, e con l’incognita dei 5.000 emendamenti della Lega che non sono stati ancora ritirati. Nella consueta enews agli iscritti del Pd, il presidente del Consiglio ha espresso compiacimento per il fatto che domani il Senato inizi a votare sulle unioni civili: “È finita la stagione in cui nascondersi, i diritti (e i doveri) sono tali solo se sono per tutti. È un passo in avanti”, tuttavia ammette che “rimangono aperti alcuni punti su cui si confronterà il Parlamento, a partire dalla stepchild adoption”.
Il segretario del democratici sottolinea che quello “non è il punto principale di questa legge”, ma “credo giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo”. Il capo del governo sa che il tema squarcia in due e anche più parti il Parlamento e il suo stesso partito. Diversi senatori democratici cattolici, come Giorgio Santini o Stefano Lepri, sono stati durissimi: il primo ha chiesto lo stralcio per poi esaminare tutto il tema delle adozioni in una legge a parte; il secondo ha rilanciato l’affido rafforzato. Per non parlare di Ap che da giorni chiede lo stralcio.
La critica alla stepchild adoption è che viene considerata di fatto un’apertura all’utero in affitto, seppur praticato all’estero. Per questo Anna Finocchiaro, intervenuta in aula, ha lanciato l’idea di una mozione che impegna il governo a porre in essere le iniziative necessarie a dichiarare l’utero in affitto un reato universale. Mossa concordata con lo stesso Renzi, il quale nella enews, ha espresso appunto una “condanna” per questa pratica “che rende una donna oggetto di mercimonio”.
Ma ciò non sembra bastare ad Ap: infatti il capogruppo Renato Schifani, ha resistito alle richieste del suo collega del Pd Luigi Zanda di non chiedere i voti segreti su molti emendamenti. Mentre i senatori di “Idea” hanno presentato un emendamento, letto da alcuni parlamentari della maggioranza come una provocazione, che prevede di considerare in Italia privi di genitori legali i bambini nati da maternità surrogata. E si svolgerà probabilmente a scrutinio segreto, domani pomeriggio, il primo voto. Esso sarà sulla richiesta di non passaggio agli articoli (con conseguente stop dell’esame del provvedimento) avanzata da Gaetano Quagliariello, per la quale 70 senatori hanno chiesto lo scrutinio segreto. Il presidente Pietro Grasso deciderà se accogliere tale richiesta, che si basa su due precedenti. E già tale decisione sarà oggetto di polemica, qualunque essa sia.
Altra grana sono i 5.000 emendamenti della Lega. La scorsa settimana il Carroccio si era impegnato a ritirarne il 90% in cambio del ritiro da parte del Pd di un emendamento “super-canguro” (che fa cioè decadere centinaia di altri emendamenti) di Andrea Marcucci. Ma Pd e Lega non hanno raggiunto l’accordo perché tra gli emendamenti che il Carroccio vuole mantenere ve ne sono alcuni che sono a loro volta “canguri”. Mercoledì mattina nuovo incontro tra Lega e Pd e poi, alle 13, Assemblea del gruppo del Pd, decisiva per mettere insieme il fronte laico e quello cattolico dei Dem.