Secondo le Fiamme Gialle, che hanno segnalato alla Corte dei conti cento "presunti responsabili", ci sono state irregolarità in 82 Comuni sui 97 coinvolti nel programma. I beneficiari non frequentavano corsi di formazione né svolgevano attività lavorative, condizioni a cui in teoria era subordinato il contributo economico
Un danno erariale da oltre dieci milioni di euro nella gestione dei fondi stanziati dalla regione Basilicata per la lotta alla povertà. E cento persone segnalate dalle Fiamme Gialle alla Corte dei conti in quanto “presunti responsabili”. Succede a Potenza, dove la Guardia di Finanza ha scoperto “varie irregolarità” in 82 Comuni sui 97 coinvolti nel programma di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, costato 26 milioni di euro tra il febbraio 2011 e l’agosto 2015. In pratica i beneficiari non frequentavano i corsi di formazione previsti né svolgevano attività lavorative come la manutenzione del verde pubblico e delle strade o la tutela del patrimonio regionale, condizioni a cui in teoria era subordinato il contributo economico.
“In 75 Comuni”, scrive la Finanza, che ha segnalato il danno erariale alla magistratura contabile, “i beneficiari del progetto sono risultati essere inoperosi totalmente, ovvero in periodi di sospensione del programma, seppur costantemente destinatari del beneficio economico. Negli altri sette Comuni si è registrata l’esternalizzazione di servizi che, secondo le linea guida regionali, avrebbero potuto essere svolti dai cittadini rientranti nel Programma, i quali, invece, venivano retribuiti senza essere inseriti in attività formative o lavorative”.
La notizia arriva a nemmeno due mesi dall’annuncio che la regione presieduta da Marcello Pittella intende varare anche un reddito minimo di circa 500 euro al mese per le famiglie che hanno un reddito inferiore ai 9mila euro annui, finanziato con le royalty versate dalle compagnie che estraggono petrolio nella regione.