Ilfattoquotidiano.it è entrato in possesso di un documento dei collegi dei questori. Dove sono elencati gli interventi possibili. A cominciare dallo status dei parlamentari per superare le differenze di trattamento tra deputati e senatori. Malan (Forza Italia): “Effetti solo sulle situazioni in essere, nessuna estensione delle indennità ai futuri inquilini di Palazzo Madama dopo la riforma costituzionale”. Si punta all’integrazione anche dei settori informatico, tecnico-immobiliare e sanitario. Nuove regole per la redazione dei bilanci e un solo polo bibliotecario
Parola d’ordine: razionalizzazione. Ovvero risparmiare accorpando i servizi fotocopia per ritoccare al ribasso i relativi costi. Se fosse un’azienda privata non ci sarebbe nulla di strano. Soprattutto in tempo di crisi economica. Ma trattandosi di Camera e Senato il discorso è molto più delicato. Certo, l’effetto sarà una sorta di spending review. Ma in ballo, tornando al paragone con il privato, sembra di trovarsi davanti a un vero e proprio piano di ristrutturazione industriale. Messo nero su bianco in due documenti redatti dai collegi dei Questori di entrambi i rami del Parlamento, che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare e che di qui ai prossimi mesi dovrebbero tradursi in atti concreti. Anche alla luce della riforma costituzionale ormai prossima all’approvazione finale delle Aule (ma con l’incognita del referendum). In tema di risorse, tuttavia, la coperta è corta. E se anche nel 2016 proseguirà il trend del contenimento dei costi, il margine si sta progressivamente riducendo. Non a caso, quest’anno, bilanci alla mano, la Camera riuscirà a tagliare le spese solo dello 0,93% mentre al Senato la cura dimagrante produrrà un calo dello 0,09%. Un segnale positivo, certo. Ma si può fare di più. Per questo i Questori hanno predisposto una lista di “settori da integrare e unificare”. Quello amministrativo, per esempio. Ma anche l’informatico, il tecnico-immobiliare e dei servizi sanitari.
TUTTI PER UNO – In testa alla lista c’è però un punto che ruota intorno agli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama. “Con riferimento allo Status dei parlamentari occorre procedere all’armonizzazione delle discipline vigenti presso i due rami del Parlamento – chiarisce il documento recentemente approvato dal consiglio di presidenza del Senato –, circa le competenze spettanti ai deputati e senatori, in carica e cessati dal mandato, nonché ai loro aventi diritto, anche alla luce delle prospettive della riforma costituzionale in itinere”. Un punto che ha finito per alimentare il sospetto che nel documento dei Questori si nasconda in realtà un espediente per estendere anche ai futuri senatori – che in base alla riforma dovrebbero svolgere il mandato gratuitamente percependo unicamente l’indennità corrisposta dai rispettivi consigli regionali di provenienza – gli emolumenti previsti per quelli in carica. “Un equivoco”, assicura il senatore questore Lucio Malan di Forza Italia. “L’armonizzazione si riferisce esclusivamente ai trattamenti in essere e non a quelli futuri – chiarisce –. Con la creazione di un ruolo unico dei parlamentari si supereranno le discrasie di trattamento tra deputati e senatori e non si produrrà alcun effetto sui futuri inquilini di Palazzo Madama qualora la riforma superasse la prova del referendum”. Semmai, il problema si porrà per gli ex senatori. “Perché sarebbe paradossale un Senato di senatori non pagati che, però, paga i vitalizi agli ex”, fa notare ancora Malan.
SERVIZI IN COMUNE – Ma le novità non finiscono qui. “Nell’ambito delle attività amministrative, particolare rilievo va poi dato al settore delle gare e contratti – si legge ancora nel documento –. Lo schema prevede che le Amministrazioni procedano periodicamente ad una verifica dei fabbisogni comuni per i quali sia possibile svolgere congiuntamente le procedure di selezione del contraente. Effettuate tali verifiche si potranno definire in comune i capitolati delle gare che, una volta deliberate da entrambi i Collegi dei Questori, potranno essere condotte da un’unica amministrazione, di volta in volta individuata, con funzione di centrale unica di committenza”. Il documento impegna le amministrazioni di Camera e Senato “a procedere congiuntamente” ad una ricognizione per “individuare concretamente le procedure di gara che potranno essere svolte in comune nel corso dei prossimi due anni”. E “a sottoporne gli esiti ai collegi dei Questori entro il 31 marzo 2016”. Lo stesso discorso va fatto anche per quanto riguarda il settore informatico. L’obiettivo è quello di “pervenire alla istituzioni di un Polo informatico parlamentare volto ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse professionali e tecnologiche disponibili, a rendere omogenei i servizi offerti e a rafforzare i processi di innovazione”. Nella lista delle armonizzazioni c’è anche l’unificazione dei servizi sanitari. “Si tratta di una prospettiva sulla quale i due collegi hanno già concordato in un’ottica di contenimento dei costi, l’ottimizzazione delle procedure e di miglioramento dei servizi offerti agli utenti (parlamentari e personale), con la specificazione che a tale unificazione si potrà procedere adottando presso entrambi i rami del Parlamento un medesimo modello organizzativo, che faccia leva anche su un rapporto convenzionale con un soggetto esterno, comunque individuato attraverso un’apposita procedura ad evidenza pubblica”.
BIBLIOTECA BICAMERALE – Che dire, poi, del settore tecnico-immobiliare? Anche in questo caso, “si procederà all’individuazione di spazi che, in aggiunta a quelli già utilizzati a tal fine (come avviene con il Palazzo del Seminario per le Commissioni bicamerali), potranno essere messi a disposizione per lo svolgimento di attività e servizi comuni, o che potranno comunque consentire una razionalizzazione logistica nella prospettiva della riforma costituzionale in itinere”. Il tutto attraverso una “armonizzazione delle regole di contabilità e di redazione dei due bilanci”. Ma i processi di integrazione riguarderanno anche il settore della documentazione e ricerca. Con particolare riferimento al Polo bibliotecario che “appare suscettibile di un’ulteriore evoluzione”. Il punto di approdo finale “potrà essere l’istituzione della Biblioteca del Parlamento. Un analogo processo di gestione unificata – inoltre – dovrà riguardare gli archivi storici delle due Camere”. Nel settore delle Commissioni bicamerali e di inchiesta, infine, “sono già oggi in atto forme di collaborazione tra le due Amministrazioni che potranno essere estese a tutti gli organi bicamerali. Forme ulteriori di collaborazione, nella prospettiva di incrementare il livello già esistente di coordinamento, dovranno interessare anche il supporto delle attività di segreteria delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali”. Tutto ciò in tempi rapidi, con “i vertici delle due Amministrazioni che riferiranno ai competenti organi di direzione politica sull’andamento di tali processi”.
Twitter: @Antonio_Pitoni @GiorgioVelardi