Quando una persona si trova nel bisogno gli egoisti le fanno diffidare del prossimo. Per fortuna, però, che può succedere anche l’esatto contrario: uno slancio di umanità, una propensione alle difficoltà dell’altro, la comprensione… Quest’ultimo aspetto è andato in onda in occasione del Festival di Sanremo. Diversi artisti hanno deciso di dimostrarsi solidali a quanti, come la sottoscritta e la sua famiglia, attendono e fremono per la completa approvazione al Senato del Ddl Cirinnà sulle unioni civili: primo passo per colmare la vergognosa lacuna che in questo Paese lascia una buona fetta di cittadini senza diritti.

Arisa, Noemi, Enrico Ruggeri, sono stati i tra i primi artisti a salire sul palco dell’Ariston con un esplicito richiamo all’arcobaleno, il simbolo della lotta a favore dei diritti degli omosessuali e a sostegno delle unioni civili. I cantanti hanno risposto all’appello lanciato da Antonio Andrea Pinna (noto agli spettatori per aver partecipato all’ultima edizione di Pechino Express, vincendola) dalla sua pagina Facebook. “Sarebbe bello – ha chiesto Pinna proponendo l’hashtag #sanremoarcobaleno – se stasera a Sanremo gli artisti indossassero tutti un richiamo arcobaleno per far presente alla nostra classe politica che l’amore ha gli stessi diritti per tutti, e che quello che chiediamo è condiviso davvero dalla maggioranza del Paese, non solo da chi ne verrebbe beneficiato. E questa battaglia cosi’ nobile non ha nulla a che vedere con le nicchie, con le minoranze, con la politica dei voti, delle alleanze e delle maggioranze. una protesta comune contro le disuguaglianze, che non ha partito ne’ colore, se non quello dell’amore”.

E così ecco presentarsi, tra gli altri, Morgan e i Bluvertigo con l’immancabile intreccio di nastri a rappresentare i sette colori dell’arcobaleno; un gesto semplice, ma che è entrato nel cuore di milioni di Italiani e che personalmente mi ha fatto un gran bene, convincendomi che i diritti per noi omosessuali sono un qualcosa che la maggior parte dei miei concittadini ritiene siano necessari. Lo so: formalmente questo gesto ha riguardato singoli cantanti e nemmeno tutti; ma gli stessi mi davano l’impressione di sventolare quei nastri quasi avessero ricevuto un’investitura da parte dei loro fans ed assecondando un comune sentire, che viceversa certi politici stentano a captare.

E qui veniamo alla nota dolente che le recenti cronache parlamentari ci hanno consegnato. Beppe Grillo dovrebbe essere più onesto intellettualmente, se non nei confronti dei militanti del suo movimento, degli elettori che li hanno portati in Parlamento, almeno con se stesso. Che si decida: è a favore o contro le unioni civili? Detto questo, quindi, varrebbe la pena dare indicazioni certe di voto ai propri parlamentari. Twittare tempo prima a favore della legge e poi lasciare libertà di coscienza denunciando una certa mancanza di dibattito interno è un atto puerile e per nulla edificante.

Lui sostiene che “Con una votazione sul blog del 28 ottobre 2014 gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno espresso la loro posizione favorevole sulle unioni civili”. C’è un però: “Il quesito non conteneva espliciti e diretti riferimenti alla stepchild adoption, ne’ le spiegazioni necessarie per esprimere un voto consapevole su un tema tanto complesso e delicato”. Per cui: “In via del tutto straordinaria, a fronte di un tema etico che chiama in gioco anche i diritti di bambini, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in qualità di Garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un’ulteriore votazione sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali”.

Grillo sa bene che contestare l’articolo 5 del Ddl Cirinna, dove appunto si parla dell’ormai stranota adozione del figlio del partner, significherebbe snaturare completamente il senso della legge che ne scaturirebbe. Preferisco allora la buona fede e il proposito di aderire senza se e senza ma alla legge sulle unioni civili degli artisti di Sanremo. Il confuso Grillo impari da loro.

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