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Crisi, Eurogruppo al capezzale di Grecia e Portogallo. Schaeuble minaccia Lisbona: “Non lasci il sentiero, è pericoloso”

Sul tavolo dei ministri delle Finanze dell'area euro ci sono l'avanzamento delle riforme imposte ad Atene per ricevere le prossime tranche di aiuti e la legge di Stabilità presentata dal governo socialista di Antonio Costa. Nonostante 845 milioni di tagli aggiuntivi è ancora "a rischio di non conformità" e i mercati hanno messo nel mirino i titoli di Stato del Paese: i tassi di interesse sono ai massimi dal 2014

Non solo Atene. Anche la situazione del Portogallo, un altro dei quattro Paesi – i cosiddetti “Pigs” – al centro della crisi dei debiti sovrani del 2010-2011, torna di prepotenza in cima all’agenda dell’Eurogruppo iniziato giovedì a Bruxelles. Sul tavolo dei ministri delle Finanze dell’area euro ci sono infatti da un lato lo stato di avanzamento delle riforme in Grecia, dall’altro lo scivolamento di Lisbona verso una nuova emergenza finanziaria dopo che il governo socialista di Antonio Costa ha dovuto correggere in corsa la bozza di legge di bilancio, troppo espansiva, presentata alla Commissione solo a fine gennaio. “Al Portogallo verrà caldamente consigliato di fare attenzione e di non turbare più i mercati creando l’impressione che qualcuno voglia lasciare il sentiero preso”, ha avvertito il falco tedesco Wolfgang Schaeuble prima di entrare al meeting con i colleghi dell’Eurozona. “Per il Portogallo sarebbe pericoloso“. Dal canto suo il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha aggiunto che “il Portogallo ha bisogno di essere pronto, se necessario, a fare di più, per rimanere nell’ambito del patto di stabilità e di crescita”.

I “consigli” dell’Eurogruppo ruoteranno intorno ai tagli chiesti al Paese che viene considerato il nuovo anello debole dell’area euro per portare il rapporto deficit/Pil al 2,2% dal 4,2% dell’anno precedente, come concordato con la Commissione. Secondo il parere uscito dalla riunione straordinaria dell’esecutivo Ue del 5 febbraio, la nuova manovra di Lisbona è “a rischio di non conformità” con il Patto di stabilità e di crescita. Questo dopo che Costa e il ministro delle Finanze portoghese Mario Centeno hanno accettato di rimetterci mano aggiungendo tagli per 845 milioni di euro per “salvaguardare la stabilità delle finanze pubbliche”, come spiegato dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. I portoghesi vedranno salire le tasse su alcolici, tabacco e carburanti, il bollo auto e le operazioni bancarie, ma saranno colpiti anche i fondi immobiliari.

Moscovici: “Decisione oggettiva, non politica” – Moscovici è stato rapido ad aggiungere che non si trattava di “una decisione politica, ma oggettiva“, in quanto “la Commissione non guarda l’orientamento politico di un governo ma le regole, e questo è il messaggio che rivolge a tutto a prescindere dal colore del governo”. Precisazione quanto mai opportuna visto che il nuovo premier ha ricevuto dal presidente Anibal Cavaco Silva l’incarico di formare un esecutivo solo dopo il fallimento del tentativo del socialdemocratico Pedro Passos Coelho. Lo scorso ottobre Silva si era rifiutato di conferire l’incarico alla coalizione di sinistra perché “in 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo è mai dipeso dall’appoggio di forze politiche antieuropeiste, […] di forze politiche che chiedono di abrogare il Trattato di Lisbona, il Fiscal Compact, il Patto di crescita e di stabilità, lo smantellamento dell’unione monetaria e di portare il Portogallo fuori dall’Euro”.

Tassi sui titoli di Stato ai massimi dal 2014 – Ora, nonostante Costa abbia detto acconsentito ai nuovi tagli, il rischio bocciatura resta. E i mercati hanno messo nel mirino i titoli di Stato del Paese, che le principali agenzie di rating a un anno e mezzo dalla fine del piano di salvataggio della troika non considerano ancora “investment grade”. Il differenziale (spread) tra i titoli di stato lusitani a 10 anni e gli omologhi tedeschi è volato a 388 punti base, con il tasso al 4,05%, ai massimi dal maggio 2014. Ed è salita ai massimi da oltre due anni la quotazione dei credit default swap sul debito portoghese, in pratica assicurazioni contro il rischio di default del Paese. “Tutto ciò che è rischioso, il Portogallo sta prendendo una bastonata“, ha commentato a Reuters Ciaran O’Hagan di Société Générale. “Il governo sta avendo difficoltà a convincere gli investitori di poter soddisfare gli obiettivi di bilancio fissati dalla Commissione”. Anche perché Costa con una mano ha fatto i tagli chiesti da Bruxelles, con l’altra ha promesso ai connazionali di aumentare i salari dei dipendenti pubblici e ridurre la loro settimana lavorativa a quattro giorni e riequilibrare il carico fiscale alleggerendo quello sulle buste paga.

Banche a picco dopo l’azzeramento di 2 miliardi di obbligazioni del Novo Banco – Sul listino di Lisbona i titoli bancari soffrono: il Banco Comercial Portugues ha perso giovedì l’8,33% scendendo ai minimi dal 2012 e Banco BPI il 5,65%, chiudendo ai livelli del settembre 2013. Il trend negativo è iniziato con il nuovo anno, dopo che il 30 dicembre la Banca centrale ha obbligato il Novo Banco nato sulle ceneri del fallito Banco Espirito Santo a trasferire quasi 2 miliardi di bond senior all’istituto in liquidazione, azzerando il valore delle obbligazioni. Un caso che ha scatenato polemiche paragonabili a quelle con al centro le quattro banche “salvate” dal governo Renzi me ha suscitato preoccupazioni anche maggiori, perché i titoli in questione erano senior, quindi in teoria “garantiti”, e non subordinati come quelli di Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti diventati carta straccia.

Tsipras ancora alla prova della piazza. Spread sopra i 1000 punti – Tra giovedì e venerdì Commissione europea, Bce e Fondo monetario internazionale informeranno poi i ministri delle Finanze sullo stato di avanzamento delle discussioni con Atene, il cui debito pubblico stando alle previsioni d’inverno dell’esecutivo Ue resta al 185% del pil. Il governo Tsipras, che intanto deve gestire anche il flusso dei migranti alla frontiera con la Macedonia, è chiamato a varare un’altra stretta sulle pensioni per superare la prima revisione del programma di aiuti da 86 miliardi su cui si è raggiunto un sofferto accordo la scorsa estate. La riforma annunciata a gennaio prevede la riduzione da 2.700 a 2.300 euro degli assegni più alti e un taglio del 15% alle minime, che scenderanno a 384 euro. La settimana scorsa contro questa ipotesi ‘è stato uno sciopero generale e gli agricoltori hanno annunciato per venerdì e sabato un’altra protesta: occuperanno piazza Syntagma per chiedere al premier rieletto lo scorso settembre di non aumentare le loro aliquote contributive dal 7 al 26,95% come previsto dalle norme ora in discussione. Nel frattempo lo spread tra i titoli di Stato di Atene e i Bund tedeschi è risalito sopra i 1000 punti, ai massimi da agosto. E dall’inizio dell’anno la borsa di Atene ha perso il 30,17%.