Abbiamo un “Digital Champion”, un direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale e adesso, dato che non vogliamo farci mancare proprio nulla, un commissario governativo per la Digitalizzazione.
Tutto è cominciato con il presumibile contenuto subliminale di un messaggio pubblicitario di un gelato che – sottolineando l’abbondante composizione del maxi prodotto – diceva “Du gust is megl’ che uan”. La frase anglomaccheronica è stata recepita come una sorta di ordine (nello stile delle sequenze cinematografiche di The Machurian Candidate) da parte di chi per quel genere di inglese è indiscutibilmente “madrelingua”.
Per emulare “Granell e stracciatell” al numero uno dell’AgID (erede di ben più carismatici Presidenti dell’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), il premier ha pensato di abbinare un fuoriclasse delle tecnologie.
Scartati – per fin troppo evidente inidoneità – professori, ricercatori, esperti e professionisti, la scelta cadde giustamente su un giornalista. La circostanza manda su tutte le furie, non il mondo degli addetti ai lavori che naturalmente non aveva motivo di recriminare alcunché, ma gli spalti della Curva Nord dello Stadio Olimpico. Gli ultras laziali, di ragioni per protestare, ne hanno fin da vendere. L’individuazione del fondatore ed ex direttore del quotidiano Il Romanista (ormai – con loro gioia – scomparso dalle edicole) è un increscioso affronto allo spirito sportivo nazionale.
A fare quadrato attorno al Digital Champion si schiera una moltitudine di volontari. Gli operosi soggetti danno vita anche ad una associazione pronta a ribaltare le sorti dell’impervio percorso di informatizzazione del Paese. In una nazione dagli immarcescibili connotati medievali questa è l’occasione per scoprire la presenza capillare sul territorio di ben 1584 digital champion “locali”. Finalmente la svolta!
Una simile compagine mette subito in crisi le più grosse realtà mondiali del mercato hi-tech, che immediatamente temono di perdere l’egemonia del settore e addolorati già immaginano tricolore il progresso informatico e delle telecomunicazioni.
A metà del gennaio scorso il sodalizio si è sciolto e a lamentarne la scomparsa sono solo gli immancabili detrattori, mortificati per aver perso una cornucopia di opportunità per lanciare ferali strali verso un reggimento di autodichiaratisi prodigiosi traghettatori verso l’Italia 2.0.
Mentre i “champions” si eclissano e l’Agenzia per l’Italia Digitale mantiene il più stretto riserbo su chissà quante prestigiose e risolutive iniziative per il progresso tecnologico della Penisola, un nuovo colpo di teatro risolleva l’umore del cittadino medio.
Arriva il Commissario governativo! Dopo Basettoni nelle avventure di Topolino, Montalbano nelle pagine di Camilleri, Maigret nei libri di Georges Simenon, si affaccia chi potrà stupirci con effetti speciali. A leggere i tweet del beneamato Primo ministro abbiamo la certezza che, nel testuale rispetto del già citato spot promozionale, è stato scelto “de best del mond”.
Thank you, @JeffBezos. It will be a pleasure to work with @diegopia. Come to Italy and we can talk about innovation!
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 10 Febbraio 2016
Arriverà con l’estate. Vedremo.
@Umberto_Rapetto