Lorenzo Scaraggi, 40enne di Bitonto, in provincia di Bari, cerca un "equipaggio" per fare il giro del Vecchio Continente. La partenza a maggio. A sostenerlo la "sua" comunità di 5mila fan su Facebook che gli dà consigli e suggerimenti. "Spesso la gente crede che io sia ricco, ma non è così. C’è chi risparmia per comprare un’auto o una casa; io investo in viaggi”
Ha appena fatto una camminata di 200 chilometri (navi escluse) da Bari a Itaca. Poi un social trip in Sicilia, dove era una community di fan a scegliere le città del suo itinerario. Entrambe erano solo due tappe in vista dell’ultima impresa. “Cerco un equipaggio per fare il giro dell’Europa con Vostok, il mio camper”. Alla guida Lorenzo Scaraggi, 40enne di Bitonto, in provincia di Bari. Tra le mani un vecchio camper dell’82 che porta il nome della prima missione dell’uomo nello spazio. L’idea del fotografo e videomaker pugliese è quella di fare un viaggio aprendo le porte del suo mezzo a chiunque si trovi sul cammino. “Il camper ha quattro posti. Perché non riempirli con compagni di viaggio e quindi con modi diversi di vivere le esperienze? – racconta Lorenzo dalla sua casa a Santo Spirito, a pochi chilometri dal capoluogo pugliese – Ti faccio un esempio: visitare un paesino di pescatori è diverso se accanto a te hai un archeologo, un carpentiere o un biologo. È un’occasione per dare valore aggiunto all’esperienza che stai facendo”.
A seguirlo su Facebook oltre 5mila persone. Perché sono anni che Lorenzo sta organizzando il suo giro dell’Europa in camper. Una preparazione che prende forma viaggio dopo viaggio, per capire come affrontare l’obiettivo dal punto di vista fisico e pratico. Ecco perché la scorsa estate ha scelto di andare a piedi a Itaca, “patria delle eterne partenze e degli eterni ritorni”, poi un percorso in camper in Sicilia alla scoperta dei consigli della sua community. Ultima tappa, prima della partenza europea prevista per maggio è Malta, con lo zaino in spalla e “dormendo a casa di qualche fan del progetto”. Esplorazioni, o meglio tappe, per arrivare a fare una spedizione nel vecchio continente, con una comunità di supporter disposta a seguirlo. E non solo virtualmente. “Progetti come questo tirano fuori il meglio di internet. Il fatto stesso di raccogliere informazioni sui luoghi in base alle esperienze di chi c’è stato, è qualcosa di connaturato in ognuno di noi – spiega – Io vado in un posto su tuo suggerimento e poi scatto una foto e ti restituisco il ricordo, creando un ponte invisibile ricordi ed emozioni che viaggia sul web ma parte direttamente dal cuore”.
Il progetto Vostok100k è nato tre anni fa, quando la guida del camper si alternava con “l’amico fraterno” Peppino. La turca Cappadocia, Capo Nord e il Marocco on the road per più di 6mila chilometri. Tradotti in avventure, significa essere ospiti d’onore a un matrimonio nel Sahara o gustarsi pane e marmellata insieme a un pastore delle campagne slovacche. Poi Peppino è tornato al suo lavoro mentre Lorenzo ha continuato a viaggiare e a vivere di fotografia, tra uno spot pubblicitario e un servizio per una compagnia teatrale. “Il camper c’è ancora e c’è ancora anche l’amicizia con Peppino. Solo, a volte, gli equipaggi scelgono porti e imbarchi diversi”.
Ora, accanto a lui, due amiche storiche che lo aiutano a gestire i social e a pianificare le partenze. “Quando non hai grossi budget a disposizione il modo migliore per muoverti è risparmiare – consiglia – In nome delle passioni si può rinunciare a molte cose”. Perché, sulla soglia dei quarant’anni, il progetto di Lorenzo è proprio questo: vivere di poco, magari, ma riuscire a fare di reportage e community un vero e proprio lavoro che gli permetta di essere sempre in movimento. “Devo ammettere che da quando è iniziato Vostok100k faccio molti sacrifici. Spesso la gente crede che io sia ricco, ma non è così. C’è chi risparmia per comprare un’auto o una casa; io investo in viaggi”.
Ma cosa si ritrovano a esplorare i viaggiatori che rispondono all’appello di Lorenzo e alla sua ricerca di “una ciurma”? “Mi piacerebbe costeggiare il mare e poi la frontiera con l’Asia. Andare alla ricerca di storie di mare e di confine. In un periodo in cui il mare viene anche considerato mezzo di “invasione” e i confini come qualcosa da corazzare, vorrei cercare storie semplici che parlino del melting pot che ha arricchito il nostro continente”.
Mentre deve finire di sistemare il camper e organizzare l’attrezzatura, il fotografo barese pensa già al prossimo progetto: il giro del mondo. “Ho sempre viaggiato in questo modo, sin dall’adolescenza, considerando i viaggi come un’unità di misura in base alla quale calcolare il valore della nostra esistenza”. E anche se non tutti hanno la possibilità di dedicare mesi a un’avventura all’estero, almeno dovremmo “considerare i viaggi come ricchezza e non come merce, come esperienze di vita e non come preconfezionati parchi a tema. Per non correre il rischio di tornare a casa più poveri di quando si è partiti”.