Da fine mese le banche potranno dormire sonni più sereni. Sui mutui che concederanno ci saranno infatti maggiori garanzie. Inclusa una polizza studiata sulle caratteristiche del cliente che chiede un finanziamento per comprare un immobile. Salvo colpi di scena, dal prossimo 26 febbraio cambieranno le regole sulle polizze abbinate ai finanziamenti (le cosiddette, Payment Protection Insurance): su richiesta di Ivass e Bankitalia, le compagnie dovranno infatti effettuate una migliore “profilatura della clientela” per evitare la vendita di prodotti superflui associati alla concessione dei mutui.
Sulla carta l’operazione dovrebbe offrire dei vantaggi ai consumatori. Tuttavia la fase applicativa rischia di creare più problemi che benefici. Oggi, infatti, la maggior parte delle assicurazioni legate ai mutui è venduta con una formula “a pacchetto” che include garanzie di diversi rami (dalla malattia ai danni) dietro pagamento di un unico premio. La profilatura, cioè una maggiore segmentazione sul profilo della clientela, creerà inevitabilmente prodotti più complessi che terranno conto non solo dello stato di salute del creditore, ma anche di rischi come la probabilità di perdita dell’impiego. Il risultato è che i prezzi delle polizze cambieranno e che a pagare di più saranno le persone con una maggiore probabilità di insolvenza legata magari a un lavoro precario.
Non solo. Oltre alla profilatura delle polizze, c’è anche un’altra novità che renderà la vita più facile alle banche: la direttiva europea 17 del 2014 che dovrà essere recepita entro il 21 marzo 2016. La bozza del decreto legislativo, che fa entrare la disposizione comunitaria nel nostro ordinamento, cambia completamente le regole sulle esecuzioni ipotecarie: il documento, attualmente in Commissione finanze, prevede infatti la possibilità di trasferire la proprietà dell’immobile alla banca in caso di inadempienza del creditore. Si tratta di un cambiamento epocale per il comparto creditizio: oggi la banca non può mettere le mani sull’immobile sotto ipoteca perché vietato dal codice civile. L’istituto di credito deve invece rivolgersi al tribunale per avviare la procedura esecutiva sull’immobile e può farlo solo se il mutuatario è inadempiente per ben sette volte. Così per arrivare all’esecuzione su un immobile sottoposto ad ipoteca sono necessari circa sette anni.
Si prospettano quindi tempi duri per chi voglia acquistare casa. E persino per chi l’ha già comprata e ha sulle spalle un mutuo: nella versione attuale del testo viene stabilito che le parti possono infatti concordare il passaggio dell’immobile di proprietà del creditore inadempiente “al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente”. L’espressione, secondo il gruppo parlamentare Alternativa Libera, lascia spazio all’ipotesi di cambiare le carte in tavola non solo per i mutui contratti dopo il 21 marzo prossimo, ma anche per quelli già in essere. Favorendo le banche. “Il governo non riesce ad accelerare i tempi della giustizia civile ma per aiutare le banche vuole prevedere la possibilità che gli istituti di credito che hanno concesso dei mutui, a fronte di difficoltà di pagamento delle rate da parte dei clienti, possano riprendersi gli immobili o venderli”, sostiene il deputato di Alternativa Libera Marco Baldassarre. “Non è accettabile togliere le garanzie offerte dal sistema giudiziario per tali casi”, ha aggiunto il deputato, evidenziando come il decreto vada oltre le indicazioni di Bruxelles che chiede solo che “la restituzione o il trasferimento della garanzia reale o dei proventi della vendita della garanzia reale sia sufficiente a rimborsare il credito”. E non anche il trasferimento della proprietà in capo alla banca creditrice.
Inoltre l’attuale formulazione del testo creerebbe anche una disparità tra creditori. Che cosa accadrebbe per esempio nel caso della liquidazione di una società verso la quale vantano crediti privilegiati i lavoratori dipendenti? Gli interrogativi sulla bozza sono, insomma, davvero tanti. La certezza è una sola: con la nuova profilatura delle polizze e la possibilità diretta di acquisire la proprietà dell’immobile ipotecato dal creditore inadempiente, il governo dà una boccata d’ossigeno al sistema creditizio italiano affossato da più di 200 miliardi di sofferenze bancarie di cui ben 64 a carico di imprese immobiliari e 15 miliardi costituiti da mutui concessi alle famiglie. Senza però fare i conti con i risvolti sociali del cambiamento normativo.