Andrea Saccon, parmigiano di 43 anni, ha lasciato la multinazionale per cui lavorava e con i soldi di mobilità e buonuscita ha comprato una bici da fornaio, aperto la partita Iva e cominciato a fare il fattorino. "La mia vita privata è migliorata. Guadagno di meno, ma ho capito che cosa ha veramente importanza"
Dal lavoro in una multinazionale alle consegne in bicicletta per le strade di Parma, dove ormai tutti lo conoscono come La Sajetta, che in dialetto locale significa “saetta” e dà l’idea di qualcosa di veloce e scattante. È questo il nome che Andrea Saccon, parmigiano di 43 anni, ha scelto per la sua nuova attività, che lo fa sfrecciare da una parte all’altra della città per svolgere le commissioni di chi lo ingaggia come corriere. Una nuova professione che ha costruito con fatica e sacrificio dopo più di vent’anni passati dietro a una scrivania. “Guadagno meno di prima – racconta – ma vivo meglio e ho riscoperto il vero valore del tempo e delle cose”.
La decisione di cambiare è arrivata nel 2013 a causa della crisi, quando l’azienda per cui Saccon lavorava, una multinazionale in cui si occupava di controllo di gestione, è entrata in cassa integrazione e ha cominciato a tagliare personale. “Il mio posto non era a rischio, ma la situazione non era buona, io non mi sentivo più di continuare – spiega – Così mi sono licenziato”. L’idea della bicicletta non è stata immediata, ma è passata attraverso l’iter di ricerca di un nuovo lavoro tra curriculum e selezioni del personale. “Continuavo a mandare curriculum, facevo colloqui, ma tutte le volte pensavo che il lavoro che mi stavano proponendo non mi interessava davvero – continua -. Così a un certo punto ho deciso di provare a fare quello che volevo”.
Con i soldi della mobilità e della buonuscita il 43enne ha comprato una bicicletta da fornaio, aperto la partita Iva e cominciato a fare il fattorino, ma all’inizio la strada è stata tutt’altro che in discesa: l’unica azienda decisa a collaborare era di Milano, vendeva prodotti biologici a livello nazionale e a Parma era scoperta. “A quel tempo in città nessuno faceva consegne in bicicletta. Per farmi pubblicità ho fatto i volantini a mano uno a uno, distribuendoli di persona – ricorda il parmigiano – Tutte le mattine partivo alle 4 per Milano per ritirare la merce, tornavo a Parma e cominciavo a recapitare gli scatoloni di prodotti”.
Il riscontro è stato positivo da subito: il primo giorno le spese ordinate erano già 25 e con il passaparola il successo non ha tardato ad arrivare. Così Saccon nel giro di poco tempo ha lasciato Milano e ha cercato contatti di aziende locali interessate al trasporto ecologico, e con una cargo bike pagata 3mila euro è diventato La Sajetta, il ragazzo delle consegne su due ruote: “Ho deciso di mettere al centro di tutto la bicicletta e ho scelto quel nome in dialetto perché volevo qualcosa che indicasse rapidità e velocità”. E sui tempi, dati alla mano, La Sajetta batte i mezzi a motore, perché “stando entro un raggio di 5 chilometri di distanza, la bici è più rapida di un furgoncino”.
Oggi Saccon dal mattino alla sera macina chilometri in sella alla sua cargo bike. Consegna di tutto, da pacchi regalo ad analisi di laboratorio, pasta fresca per bar e supermercati, prodotti a chilometro zero, e inoltre sbriga pratiche per chi non ha tempo, dalla banca alle poste. “Nel centro storico di Parma i trasporti riguardano per il 60 per cento di merci, ma il 30 e il 40 per cento di questi si possono fare anche in bicicletta, che non inquina e è anche più rapida”, prosegue. Mediamente una consegna costa 4,50 euro, ma i preventivi sono diversi a seconda delle richieste e spesso anche aziende che utilizzano i mezzi a motore, decidono di passare alla due ruote de La Sajetta per distinguersi in tema di rispetto ambientale.
“Da quando faccio questo lavoro mi sento molto meglio come persona. Non uso benzina, non ho costi fissi, l’unico costo sono la fatica e il mio tempo. Chi ha un negozio – aggiunge – a volte si lascia le consegne per la sera, dopo la chiusura, ma quello è tempo tolto alla vita privata. Io invece ho capito quanto valore ha il tempo per me, per la mia famiglia e i miei figli, e cerco sempre di ritagliarmi i miei spazi”. I guadagni non sono più quelli di un lavoro in una multinazionale, ma Saccon si dice molto più soddisfatto di prima. “Quando hai uno stipendio fisso che arriva tutti i mesi, sei abituato a circondarti di cose perlopiù inutili. Quando invece fatichi, capisci cosa ha davvero importanza e quello di cui hai bisogno veramente – conclude – Io ho perso la superficialità di prima, compro quello che mi serve, ma ho imparato a dare il giusto valore alle cose e anche al mio tempo”.