La notizia dal ministro degli Esteri di Vienna proprio mentre il cancelliere austriaco è in visita a Roma da Renzi. “Azioni concordate con i nostri vicini”, rassicura Faymann a Palazzo Chigi, ma intanto la polizia del Tirolo annuncia: “Confini chiusi in otto settimane”
Tornano le frontiere a Nord dell’Italia. La notizia oramai è ufficiale: l’Austria ha intenzione di erigere una barriera protettiva contro i migranti al confine del Brennero, in provincia di Bolzano. Il ministro degli Esteri di Vienna Sebastian Kurz, nel corso di una visita ufficiale in Macedonia, dà il benservito a Schengen proprio mentre il cancelliere austriaco Werner Faymann è a Roma per incontrare il premier italiano Matteo Renzi.
Sebbene il capo della diplomazia austriaca non parli espressamente della frontiera italiana quando dice che Vienna “è pronta a chiudere le frontiere perché ha raggiunto il numero massimo di rifugiati”, è impossibile non pensare al Brennero. Soprattutto alla luce delle indiscrezioni della stampa alpina secondo cui la costruzione della barriera è decisa e ormai è solo una questione di tempo.
Dal canto suo il capo del governo di Vienna, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi, si è limitato a dire che i due paesi non possono essere lasciati da soli di fronte all’emergenza immigrazione e senza un’iniziativa di Bruxelles ogni paese sarà costretto ad agire per sé. E di fronte a un Renzi che continuava a ribadire come un “problema europeo” necessiti di una “soluzione europea”, il leader austriaco ha voluto essere molto realista: in attesa che la tanto invocata solidarietà fra paesi membri dia dimostrazione di sé e batta un colpo, l’Austria agirà per conto suo “controllando i propri confini“.
Se Faymann parla di iniziative che prenderanno piede “solo se concordate con i nostri vicini”, il suo ministro degli Esteri va giù più duro: “Molto probabilmente nei prossimi mesi sarà raggiunto il nostro numero massimo, quindi l’Austria dovrà fermare i migranti al suo confine”. La stampa tirolese, che aveva anticipato la notizia, parla dell’istituzione di una carreggiata stradale di controllo contornata da container per la registrazione dei profughi. Non una vera e propria recinzione sullo stile dell’Ungheria di Victor Orban solo perché la situazione orografica caratterizzata da montagne e gole non lo consente.
La serrata dovrebbe arrivare nel giro di otto o dieci settimane, fa sapere il capo della polizia del land austriaco del Tirolo Helmut Tomac: “Nel momento in cui dovessero arrivare disposizioni da Vienna ci vorranno circa due mesi per far sì che i controlli ai confini italiani siano pienamente operativi”. Il dirigente di polizia ha poi aggiunto che la barriera non sarà limitata al passo del Brennero, ma interesserà anche i valichi della val Pusteria e della val Venosta.
La decisione ha gettato nel panico i governatori del Trentino Alto Adige e del Tirolo austriaco che in un comunicato congiunto hanno invitato i rispettivi governi a varare misure mirate: “La crisi collegata ai flussi dei migranti non può pregiudicare le conquiste europee raggiunte nell’area dell’Euroregione”. Lunedì a Bolzano è in programma una riunione della Giunta del Gect Euregio, l’organismo istituzionale che riunisce le tre regioni alpine (Trentino, Alto Adige e Tirol), per studiare e mettere a punto le contromosse.
“Da anni siamo impegnati nel collegare più strettamente l’area del Tirolo storico e nel rendere invisibile la frontiera al Brennero. La problematica dei profughi non può mettere in discussione questi sforzi”, concordano i tre Presidenti Arno Kompatscher (Bolzano), Ugo Rossi (Trento) e Günther Platter (Innsbruck).
Nel frattempo però, come denunciano alcuni agenti di frontiera, al passo di confine il flusso dei migranti ha invertito la direzione: non più dall’Italia verso Nord, ma al contrario. Sì, perché i migranti respinti in paesi come Svezia e Germania stanno facendo rotta sull’Italia nella speranza di protezione internazionale. Compresi quelli, segnalano i poliziotti italiani, che non hanno mai messo piede in Italia: “Solo questo mese abbiamo respinto 250 persone. Tutta gente che aveva fatto la rotta balcanica”.